Matteo Orfini polemizza oggi via Twitter con il prefetto Pecoraro. “Tra le tante curiosità della situazione romana c’è anche quella di avere un prefetto che fa più interviste e dichiarazioni di Salvini” dice sul popolare social network il presidente Pd e commissario Pd Roma. Una polemica che sembra arrivare da lontano, dello stesso segno e tono di quella intrattenuta nei giorni scorsi dal sindaco Ignazio Marino, al quale lo stesso prefetto ha risposto senza esclusione di colpi due giorni fa sul Messaggero.
SCONTRO ANTICO – Marino si era scontrato con il prefetto anche prima di Mafia Capitale, sulla vicenda della trascrizione delle nozze gay svolte in pompa magna in Campidoglio. Poi con l’esplodere dell’inchiesta della Procura il sindaco aveva rifiutato la scorta offertagli dal Prefetto e quindi, quando ancora si facevano ipotesi sul destino dell’Amministrazione capitolina (Pecoraro fece tre ipotesi “o un accesso agli atti, o lo scioglimento del Comune, o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria”) il sindaco non se la fece raccontare e ingaggiò la polemica ricordando che “il prefetto fa il prefetto, il sindaco fa il sindaco…”.
POLEMICA SENZA FINE – La polemica, esplicita o serpeggiante, non si è mai arrestata e due giorni dopo il sì all’accesso agli atti, il sindaco è stato di nuovo attaccato dal Prefetto che in un’intervista al Messaggero ha marcato le differenze tra Campidoglio e Palazzo Valentini: “Buzzi era estraneo ai miei uffici – ha detto al quotidiano di via del Tritone – nella amministrazione Marino, invece, ci sono tre indagati, tra politici e nomine dirigenziali, e il fatto che ci sia una commissione d’accesso agli atti significa che vogliamo capire se c’è una continuità delle infiltrazioni mafiose tra la passata e l’attuale giunta visto che sono finiti sotto inchiesta Ozzimo, Coratti”.
ARRIVANO I COMMISSARI – Insomma la sfida continua nonostante la delicata situazione, politica ed economica, in cui versa la capitale e oggi è entrato a piedi pari anche il commissario del Pd di Roma tirando in ballo addirittura l’onnipresentemente televisivo (e suo omonimo) leader leghista Matteo Salvini. E mentre i tre commissari prefettizi si preparano a tre mesi di intenso lavoro, il sindaco di Roma si fa forte anche dell’appoggio del governo Renzi e si avvia a varare il rimpasto di giunta ormai pronto, continuando a spiegare le sue ragioni: “Durante le campagne elettorali bisogna raccogliere soldi in maniera trasparente. Noi li abbiamo raccolti anche dalle coop ma li abbiamo fatti certificare dalla Corte dei conti. Io ovviamente non avevo idea del crimine che c’era alle loro spalle” ha detto Marino nel corso della sua partecipazione alla trasmissione “Pane quotidiano” su Rai tre. Infine, proprio sul Pd romano: “Che il Pd debba essere rifondato è un fatto evidente. Tra l’altro le correnti fanno riferimento a figure che non hanno portato a nessun contributo reale per la città, non hanno cambiato i trasporti, l’urbanistica o i rifiuti. E’ un mondo che deve essere rifondato”.
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