Certificati di malattia, controlli affidati all’Inps

La rivoluzione del Governo dopo lo scandalo dei vigili a Roma

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Le azioni disciplinari per i vigili assenteisti di Roma arriveranno. Ma cambieranno anche le regole nel pubblico impiego.
È il premier Renzi ad annunciare le novità. «Leggo di 83,5 vigili su 100 a Roma che non lavorano “per malattia” il 31 dicembre. Ecco perché nel 2015 cambiamo le regole nel pubblico impiego», ha postato su twitter il premier Matteo Renzi. Il governo intende occuparsi di Pa affinché «non accadano più vicende come quella di Roma».

IL PROVVEDIMENTO –  Renzi, parlando con i suoi collaboratori, ha sottolineato che tra il 2011-2013 il numero complessivo di certificati di malattia nel pubblico è cresciuto del 27% (mentre è rimasto quasi invariato nel privato). L’intenzione del governo è quella di affidare all’Inps il controllo dei certificati anche nel pubblico: oggi, ha spiegato il premier, l’Inps controlla i certificati solo del privato con un costo di 25 milioni, mentre le Asl controllano nel pubblico meno della metà in termini numerici, con un costo di 70 milioni. Secondo i calcoli di Palazzo Chigi affidando tutto all’Inps si potranno risparmiare 60 milioni, ottenendo una qualità di controllo migliore. Anche il ministro della Pa, Marianna Madia, è intervenuta su twitter: «Ispettorato del ministero subito attivato per accertamenti di violazioni e sollecito di azioni disciplinari». Madia ha aggiunto: «Avanti con la riforma della pa per premiare eccellenze che ci sono e punire irresponsabili».

LE INDAGINI – La vicenda è finita nel mirino della Procura di Roma che attende l’esito dell’ispezione avviata dal comando generale della polizia municipale per intraprendere eventuali azioni penali. È quanto emerso dopo l’incontro di ieri a piazzale Clodio tra il comandante dei vigili, Raffaele Clemente, e il procuratore aggiunto Maria Monteleone. Al termine dell’indagine amministrativa, che durerà alcuni giorni, verranno inviati, in caso di evidenze di natura penale, gli atti ai pm per avviare ulteriori accertamenti. Clemente infatti ha affidato al vice comandante, Raffaella Modafferi, l’incarico di procedere con un’indagine interna, da chiudere in tempi rapidi, per accertare la dinamica delle assenze e le posizioni di ogni singolo dipendente, acquisendo tutta la documentazione da mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria (nel caso si ravvisassero reati), di quella amministrativa (per uso e valutazioni interne) e della Commissione di garanzia sugli scioperi.
Dal canto loro, i Garanti hanno annunciato l’apertura di due procedure di valutazione sia sulle assenze dei vigili, che su quelle degli autisti della metro romana (da Atac spiegano che dei 24 autisti che servivano per coprire il turno straordinario la notte del 31 dicembre erano disponibili solo 7, con inevitabili ritardi e disservizi sulle linee). Se dalle procedure (che hanno una durata massima di 60 giorni) dovessero emergere responsabilità collettive, in capo ai sindacati, alle sigle ritenute responsabili potrà essere comminata una sanzione pecuniaria compresa tra 2.500 e 50mila euro (raddoppiabile in casi gravi). Se, invece, dovessero emergere responsabilità individuali, i singoli lavoratori saranno soggetti al codice disciplinare aziendale (con sanzioni come la sospensione, la perdita di una giornata di stipendio, la censura).

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