Una breve ”marcia per la legalità” dal Campidoglio alla Prefettura, per portare a Giuseppe Pecoraro documenti, segnalazioni e denunce provenienti da deputati, consiglieri e cittadini del Movimento Cinque Stelle sulla vicenda Mafia Capitale che peraltro il movimento ritiene un fenomeno radicato a livello nazionale come in Umbria ed Emilia Romagna. Al grido ”Fuori la mafia da Roma” il corteo grillino, guidato dai parlamentari Alessandro Di Battista e Paola Taverna, è partito verso Palazzo Valentini dopo essersi radunato a Palazzo Senatorio.
LE PAROLE DI DI BATTISTA – Nel corso dell’iniziativa il deputato del M5S, Alessandro Di Battista non ha risparmiato critiche all’amministrazione Marino e a questa consiliatura che giudica “direttamente o indirettamente coinvolta.” L’obiettivo dichiarato dalla senatrice del Movimento Paola Taverna è quello di fornire al Prefetto ulteriori elementi perché decida lo scioglimento del Consiglio per mafia, mentre invita il sindaco Ignazio Marino alle dimissioni. La mobilitazione dei grillini culminerà con una “notte dell’onestà” prevista il 24 gennaio a piazza del Popolo. Con l’odierna iniziativa si ravvisa un irrigidimento di M5Stelle nei confronti del sindaco dopo un lungo periodo di opposizione soft alimentata soprattutto dalle benevole ‘aperture’ del sindaco. Il che potrebbe rendere l’approvazione del bilancio 2015 piuttosto accidentata se si considerano i mugugni di Sel che pure è nella maggioranza e spiazza a sinistra il Pd.
BILANCIO, PERCORSO INCERTO – Infatti giovedì scorso si era tenuto in Campidoglio un vertice tra i capigruppo di maggioranza e gli assessori comunali al Bilancio Silvia Scozzese, e alla Mobilità Guido Improta, per discutere del percorso del bilancio di previsione 2015 già approvato dalla Giunta. Ma subito dopo si è registrata una spaccatura perché il capogruppo di Sel, Gianluca Peciola aveva polemicamente abbandonato il tavolo di confronto lasciando il Palazzo Senatorio. Una “pecetta” aveva tentato di mettercela il coordinatore della maggioranza in Consiglio, Fabrizio Panecaldo, affermando che Peciola se ne era andato “semplicemente perché pensava che entrassimo già nel merito mentre abbiamo discusso le linee guida”. Sconfessato tuttavia dalle successive dichiarazioni degli altri consiglieri di Sel contrari all’intenzione di anticipare al 2015 il raggiungimento degli obiettivi finali del piano di rientro.
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