Prostituzione, ora il Comune pensa alle multe

Codacons: «Dobbiamo garantire la privacy dei soggetti sanzionati»

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Ardea, lotta alla prostituzione: multe ai clienti

Le multe elevate nei confronti dei cittadini che si intratterranno con prostitute al di fuori delle aree a luci rosse individuate dal Comune, dovranno necessariamente garantire la privacy dei soggetti sanzionati. Lo afferma oggi il Codacons, dopo le dichiarazioni del sindaco Ignazio Marino sulla causalità visibile delle multe recapitate a casa degli utenti.
“Non è in alcun modo pensabile di rendere pubblico il motivo della sanzione – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Una multa, infatti, è un documento che riporta i dati sensibili degli utenti e, in quanto tale, deve garantire la riservatezza dei soggetti cui viene recapitata. Rendere visibili informazioni come la causalità della sanzione, violerebbe gravemente i diritti essenziali dei cittadini ed esporrebbe l’amministrazione ad una serie di azioni legali e risarcitorie con conseguente danno per le casse comunali”.
“Per tale motivo – prosegue Rienzi – diffidiamo oggi il Sindaco a rispettare rigorosamente la normativa sulla privacy nel realizzare in via sperimentale il quartiere a luci rosse nella capitale”.

IL PROGETTO – E’ sicuramente interessante la discussione in corso a Roma sulle strade a luci rosse soprattutto per una città come questa dove i cittadini, fra disagi e buche, non hanno proprio nulla a cui pensare. Ma l’ideona, si sa, fa notizia e le cronache locali dei giornaloni ne grondano. Immancabile l’intervento del sindaco Ignazio Marino che sempre sollecito nei confronti delle ansie dei suoi cittadini, intervistato da Rainews24, dedica la dovuta attenzione all’angoscioso problema  e propone a sua volta una soluzione. Come noto il minisindaco Andrea Santoro (Pd) propone di creare un quartiere a “luci rosse” all’Eur e già altri presidenti dei municipi romani accarezzano l’idea. Così il sindaco, verace e incontaminato tutore dell’ordine e della legalità è convinto che «bisogna proteggere la famiglia con i suoi valori, dare la possibilità alle persone di poter usufruire di un parco, di una strada senza trovarsi a dover dare spiegazioni ai propri figli.» Allora occorre delineare un percorso perché occorre tener conto dello sfruttamento «spesso di ragazze addirittura minorenni, che è un crimine orribile.» Per questo occorre «individuare dei luoghi dove» il fenomeno «non è tollerato assolutamente» che «potrebbe essere un deterrente per liberare delle zone» ma per questo c’è bisogno «di un maggiore sforzo delle forze dell’ordine».

LA VECCHIA STORIA DELLE MULTE – Detto per inciso, non saranno certo le zone a luci rosse ad eliminare lo sfruttamento cui è legato anche lo spaccio di droga e tanti altri comportamenti criminosi, ma per il sindaco si può trovare un equilibrio per individuare dei luoghi dove il fenomeno «non è tollerato, come parchi pubblici in cui le famiglie vanno.»  Poi gli occasionali clienti, cuccati sul fatto, potrebbero ricevere a casa «una multa in cui si dice chiaramente che la sanzione di 500 euro è legata al fatto che si intrattenevano» con prostitute (e guai se le vedessero le loro mogli).

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