Roma sommersa dai calcinacci: Caprari chiede applicazione delle regole

Tonnellate di inerti provenienti dai cantieri devastano ogni giorno le periferie: le regole esistono ma non vengono rispettate

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E’ davvero una vergogna quella dell’abbandono dei cosiddetti ‘rifiuti inerti’, per lo più scarti di lavori edili che vengono abbandonati nelle periferie in discariche abusive a cielo aperto. Cade quindi a proposito la sollecitazione del consigliere capitolino del Centro Democratico, Massimo Caprari, al quale sono pervenuti da molti quartieri della periferia segnalazioni e solleciti ad intervenire su questo devastante problema.

FAR APPLICARE LE REGOLE – Nella sostanza il consigliere chiede alla Giunta di far seguito alla mozione votata dall’Assemblea capitolina per adottare in tempi brevi la disciplina prevista dalla deliberazione della Regione che, tra la documentazione necessaria al rilascio di autorizzazioni edilizie, introduce anche la procedura relativa al Piano di gestione e smaltimento dei rifiuti. Questa metterebbe un freno al fenomeno che oltre ad alimentare degrado e sporcizia spesso costituisce pericolo per gli automobilisti e per i pedoni. Per Roma città si stima una produzione di tali rifiuti pro capite di una tonnellata anno proveniente da attività di costruzione e demolizione.

I NUMERI DEI CALCINACCI – Considerando che gli abitanti di Roma sono 2.800.000, si ottiene una produzione di rifiuti inerti pari a 2.800.000 t/anno. Secondo i dati MUD (Modello Unico Dichiarazione Ambientale) del 2013, sono stati lavorati, presso gli impianti autorizzati, un totale di 600.000 tonnellate di rifiuti inerti provenienti dalla città che risultano  pari solo al 21% del totali dei rifiuti inerti prodotti. L’attuale capacità di smaltimento degli  impianti autorizzati a Roma Capitale è di 1.748.000 t/anno tripla rispetto al totale dei rifiuti attualmente recuperati.

QUASI TUTTE DISCARICHE ABUSIVE – Se ne deduce che il rimanente 79% i questi rifiuti  viene smaltito in minima parte in discariche autorizzate e in larga parte in modo illegale (cassonetti per RSU, bordo strada, sul territorio, ecc.). Questa situazione comporta  un aggravio nelle operazioni di smaltimento e un danno ambientale ed economico stimato in circa 40.000.000 Euro/anno. «Colmare il divario tra produzione di inerti e loro trattamento deve essere è obiettivo fondamentale per dare decoro e pulizia alle periferie di Roma» conclude Caprari.

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