Comune di Roma, continua la saga decennale degli immobili

Marino e Cattoi danno vita a un'operazione a lungo attesa ma per motivi di "privacy" non pubblicano i nomi degli affittuari

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La danza di ‘affittopoli’ o ‘svendopoli’ sugli immobili comunali volge in cagnara fra schiaffi e insulti mentre saccenti, quanto irrilevanti comitati di cittadini puntano il ditino e affermano; l’avevo detto, io. Solo che la storia è vecchia e si trascina almeno da 10 anni. Ma per restare a tempi più prossimi fu Alemanno che nel marzo del 2011 volle una commissione d’inchiesta per controllare la congruità dei prezzi di vendita con il valore degli immobili capitolini allora cartolarizzati.

ALL’EPOCA DI ALEMANNO – L’allora assessore al Patrimonio Alfredo Antoniozzi ricordò che nel 2004 il Comune aveva deciso di affidare alla Campidoglio Finance Srl la realizzazione delle procedure che culminarono nel 2005 con la vendita a quella società di 775 immobili di cui 613 case, 22 beni non residenziali e 140 pertinenze. La vendita del patrimonio cartolarizzato terminò il 31 novembre 2010 con un incasso di 119.485.308 milioni di euro ai quali si aggiunsero i 30.559.324 di immobili venduti ma non cartolarizzati. La commissione però aveva anche il compito di verificare quanto gli affitti dei beni del Comune, che allora erano 1346 di cui 727 per uso abitativo e 619 per uso diverso, fossero corrispondenti al valore degli immobili tenuto conto, però delle fasce deboli e quindi con agevolazioni.

IL TURNO DI IGNAZIO – Arriva Ignazio Marino che evidentemente non non tiene conto di quanto già disponibile agli atti degli uffici e ricomincia da capo affidando, subito dopo la sua elezione, il compito di redigere un elenco aggiornato al vice sindaco Luigi Nieri. Sino a quando affida il patrimonio ad Alessandra Cattoi nel corso dell’ultimo rimpasto di giunta seguito allo scandalo di Mafia Capitale. Finalmente si riscopre che gli immobili sono 751 ma Alfio Marchini denuncia che di questi ben 630 sono occupati senza titolo o abusivamente. Anzi, si oppone alla vendita almeno sino a quando non vengano adeguati gli irrisori fitti e si proceda alla valorizzazione degli immobili affidandola  ad una agenzia specializzata. Quanto alle liste degli affittuari se ne chiede la pubblicazione con tanto di m2 disponibili, fitto pagato ed eventuali morosità.

I NOMI NON SI PUBBLICANO – Ma a questo punto la Cattoi e Marino (che sono persone discrete) dopo aver assunto la toga dei moralizzatori e aver proclamato di essere stati i primi fare chiarezza (perché in politica sono tutti i primi nel fare qualcosa perché gli sconfitti non contano più), fanno sapere che i nomi dei fortunati affittuari non possono essere pubblicati per rispettare la legge sulla privacy. Si sa mai che qualcuno si vergogni di pagare 22 euro al mese per un mono locale a piazza Navona e magari risultare anche moroso. Si dà il caso che nel febbraio del 2014 la testata on line “Affaritaliani.it” pubblichi il suddetto elenco evidentemente fotografato da documenti della amministrazione. Così la privacy risulterebbe una sorta di foglia di fico per coprire una vergogna che dura almeno da 20 anni. Ovviamente “Affaritaliani” riporta altri esempi di scandaloso privilegio oltre a quelli che già dilagano in questi giorni sulla stampa.

LA DENUNCIA DI MARCHINI – E Conferma che, come denunciato ieri da Marchini, «pochissimi hanno versato i canoni irrisori sino all’ultimo euro.» Anzi «dentro le carte del Comune c’è la prova che persone già facilitate non hanno addirittura mai pagato. E ci sono anche esercizi commerciali che hanno superato la soglia dei 150 mila euro di debiti col Comune oppure con la procedente gestione della Romeo Srl.»

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UN COMUNE DELLA PROVINCIA – Siccome anche noi siamo molto discreti possiamo solo dire che scorrendo l’elenco c’è addirittura un comune della provincia che dispone di ben 9 immobili a Roma, qualche associazione, alcuni bar, ristoranti ed esercizi, diverse società, ma la gran parte sono privati cittadini. Probabilmente tutti mendici che non potranno mai venir sfrattati. E allora? Tanto rumor per nulla. Si venda quello che si può con equità e trasparenza e non si contrabbandi per operazione epocale (termine che da Marino in giù tutti usano a sproposito) quella che per altre amministrazioni fa parte della gestione corrente.

P.S.
A proposito di ‘epocale’ segnaliamo che ormai ogni buca coperta e ogni metro di marciapiede aggiustato comporta una dovizia di comunicati trionfali, come se non fosse il mimino della gestione corrente anche in qualsiasi altro comune.

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