Il nuovo piano che regolamenta l’accesso in città dei mastodontici open bus a due piani approvato in giunta il 14 gennaio scorso è perfettamente in linea con quanto disposto nel Piano Generale del Traffico Urbano. Così almeno la pensa l’assessore alla mobilità Guido Improta, ma quel piano è stato bocciato proprio dal municipio più interessato al transito dei bestioni. Lo chiarisce Nathalie Naim, capogruppo Lista Civica che spiega il voto contrario alla circolazione dei grandi bus a due piani nel centro storico e nel Vaticano. Secondo la Naim in realtà non è un regolamento «in quanto non contiene alcuna precisa prescrizione: né il numero di veicoli che possono accedere nella parte centrale della città, né il numero di fermate e il loro posizionamento, né il numero di stalli, né la durata e le modalità della sosta, né i percorsi».
LE RAGIONI DEL MUNICIPIO I – Inoltre per il I Municipio l’ingresso di questi mezzi pesanti nella parte storica della città fornisce un servizio a solo scopo commerciale e di nessuna pubblica utilità. Sul piano del metodo poi, la giunta viene accusata di non tener conto dei pareri dell’ente decentrato nonostante lo strombazzamento sui nuovi poteri conferiti a Municipi. Improta non si sottrae alla polemica e ricorda che il primo Municipio si era dichiarato contrario anche alla delibera che regolamenta l’accesso dei bus turistici, ma i dati che arrivano sono sono «assai incoraggianti e in coerenza con le disposizioni del Piano Generale del Traffico.» Infatti nel 2014 rispetto al 2013 il numero dei bus turistici in entrata nella Capitale è diminuito del 5%, nonostante l’incremento dei flussi turistici.
RIDEFINIRE PERCORSI E FERMATE – Inoltre lo scopo della delibera è proprio quello di definire successivamente percorsi, fermate, frequenze e modalità. Inoltre il Comune ha compiuto un primo passo per ridurre la presenza dei bestioni ponendo in liquidazione Trambus Open ed eliminando la circolazione dei suoi 20 bus, ma con la delibera di gennaio si intende concedere le autorizzazioni anche ad altri operatori esteri. Per capire chi ha ragione in questa diatriba occorrerebbe avere il numero degli open bus circolanti nel corso della settimana ma forse nemmeno il Comune lo sa, e tanto meno il primo Municipio.
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