Roghi e discariche abusive alla Barbuta, che il Comune intervenga

Questo il quadro da girone infernale, ma estremamente realistico, che tratteggia il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci (pd)

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La Barbuta Ciampino

Roghi illeciti di rifiuti, discariche abusive a cielo aperto con materiali di ogni genere, fonderie di metalli di provenienza illecita, forni di esercizio abusivo di panificazione all’interno dei numerosi campi Rom autorizzati e non.

LA DENUNCIA – Questo il quadro da girone infernale, ma estremamente realistico, che tratteggia il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci (pd). Roghi tossici e discariche abusive sono spesso a ridosso dei campi Rom, come a La Barbuta che occupa il territorio che va dal Gra al Comune di Ciampino. Qui i roghi non accennano a diminuire mentre lungo tutto il perimetro dell’insediamento si trovano isole di spazzatura con rifiuti di ogni genere, denuncia Realacci. Su questa situazione pericolosa lo stesso deputato a ottobre avevo presentato una interrogazione ai ministri dell’Ambiente e dell’Interno senza che vi sia stato alcun seguito.

IL PERICOLO – «Oltre che illegali – precisa il deputato – i roghi di rifiuti indifferenziati e le fusioni di metalli sono estremamente pericolosi per la salute dei cittadini e per l’ambiente». Per di più questi roghi riguardano anche i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, raccolte direttamente dai cassonetti dalla miriade di ”rovistatori” o frutto di furti. Così si sta alimentando ”mercato criminale”, come lo definisce Realacci, che fa concorrenza sleale agli operatori onesti e all’Ama, perché comporta il mancato pagamento degli oneri di conferimento verso gli operatori autorizzati, e sottrae preziose materie prime seconde alle filiere produttive legali. Vista l’inutilità delle sue sollecitazioni ai ministeri competenti il deputato del Pd chiede che il Comune di Roma e quello di Ciampino si impegnino a «verificare lo stato dell’aria e delle acque nelle zone interessate mappandole» esercitando «una maggiore attività repressiva di tale fenomeno».

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