È una sentenza storica quella del Tra Lazio sui matrimoni gay. Il Ministero dell’Interno e le Prefetture non possono annullare le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero. Accolti i ricorsi di alcune coppie omosessuali contro il decreto del Prefetto di Roma del 31 ottobre 2014, con cui Giuseppe Pecoraro aveva annullato le trascrizioni nel registro dello stato civile presso il Comune di Roma di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, e la relativa circolare del Ministro dell’Interno del 7 ottobre 2014.
LA DECISIONE – Lo prima sezione Ter del Tar del Lazio ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, concludendo che l’attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile; tuttavia, l’annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria.