Dopo lo stralcio di ieri del provvedimento Cosap per l’occupazione di suolo pubblico e della tassa per i camion bar oggi la Giunta capitolina ha ritirato, su proposta della commissione Turismo, la delibera sul contributo di soggiorno da quelle propedeutiche al bilancio di previsione 2015 del Campidoglio. Nessun aumento a 10 euro quindi per gli hotel a 5 stelle, dove la tassa rimane di 7 euro a notte come stabilito nella manovra dello scorso anno, nè la conseguente redistribuzione delle tariffe.
LE PAROLE DELLA GRIPPO – «La delibera è stata ritirata perché, come emerso dai lavori della commissione, si è valutato che la redistribuzione della tassa di soggiorno sugli hotel di diverso livello avrebbe penalizzato eccessivamente la ricettività di lusso della Capitale senza giovare davvero alle strutture di altro livello nè influirebbe sulla permanenza dei turisti a Roma» ha spiegato il presidente della commissione Turismo, Valentina Grippo. Una botta non indifferente per le entrate comunali previste dall’assessore al Bilancio Silvia Scozzese ma la soluzione del problema la serve su un piatto d’argento la stessa consigliera Grippo che precisa «il sommerso totale delle circa 4mila strutture ricettive abusive a Roma toglie ogni anno alle casse del Campidoglio circa 30 milioni di euro, mentre l’evasione che riguarda 1.400 strutture censite, ma che non pagano, se recuperata tutta potrebbe superare i 50 milioni di maggiori entrate.»
RECUPERABILI 50 MILIONI – Certo è che se questa azione di recupero anti-evasione non è stata esercitata sinora, resta difficile credere che possa realizzarsi entro i termini di questo bilancio di previsione del 2015 in discussione all’Aula Giulio Cesare. I romani invece potranno consolarsi con la diminuzione dell’1,5% della tassa sui rifiuti mentre tutto l’impianto previsto per gli aumenti tariffari della tassa di soggiorno, della Cosap e camioncini bar rimangono per aria. Senza considerare che solo la settimana scorsa il Tar del Lazio ha bocciato la delibera della Giunta romana con cui si aumentavano le tariffe per l’accesso alla zona a traffico limitato che Marino e l’assessore Improta stanno strenuamente difendendo ricorrendo al Consiglio di Stato. Insomma un complesso di misure sancite e revocate che non solo allungano i termini di approvazione del bilancio, ma potrebbero incidere sull’equilibrio dei conti. Un fare e disfare che non giova all’immagine di questa amministrazione.
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