Non è una boutade, i cinesi potrebbero entrare in Atac

Stamattina il sindaco alla stazione Tiburtina ha ricordato che Atac sta sperimentando un autobus cinese di 12 metri

0
322
Comune di Roma Ignazio Marino Multe

Poteva sembrare una boutade quella dei contatti del sindaco Ignazio Marino per un intervento cinese sul trasporto pubblico locale di Roma, ma questa mattina il sindaco a margine dell’inaugurazione di alcuni lavori alla stazione Tiburtina ha ricordato ai cronisti che in questo momento Atac sta sperimentando un autobus di 12 metri «prodotto da questa importantissima industria, la più importante nel pianeta.» Ma a chi gli chiedeva a che punto fosse la trattativa con l’imprenditore cinese Wang Chanfu, interessato a investire nell’azienda di trasporti capitolina, ha chiarito che la faccenda è nelle mani dell’assessore Improta che «in queste settimane continuerà il suo lavoro di negoziazione con questa azienda perché – ora che l’Atac ha riacquistato credibilità – vogliamo guardare a partnership importanti.»

LE PARTECIPAZIONI IMPORTANTI – Un discorso che dopo quello a suo tempo ventilato dell’ingresso delle Ferrovie nella compagine societaria di Atac, indica che vanno maturando le condizioni per privatizzare in qualche modo il Tpl romano  che nonostante la ” riacquistato credibilità“ naviga nel mare di quasi un milione di debiti. Mangiata la foglia, mentre i sindacati di solito molto battaglieri contro ogni forma di privatizzazione tacciono, qualcuno dell’opposizione si sveglia consapevole che sotto sotto c’è qualcosa che va ben oltre gli annunci.  Il consigliere di FI Giordano Tredicine si chiede ad esempio se si  tratta solo di un’operazione per attrarre risorse sulla capitale, o se l’incontro di mercoledì tra Marino e Wang Chuanfu, l’uomo più ricco della Cina, «sia il preludio della svendita/messa in liquidazione dell’azienda del trasporto pubblico di Roma.»

LA SITUAZIONE DELL’ATAC – Quesito peregrino se si pensa che nessuno investe risorse senza un tornaconto, nemmeno i cinesi.  Oppure il chiede chiarimenti. Ancche gli esponenti di Fdi-An, Fabrzio Ghera capogruppo in Campidoglio e Lavinia Mennuni invitano il sindaco «anziché incontrare alla chetichella il magnate cinese» a dire chiaramente quali sono le sue intenzioni su Atac. Infatti, proseguono «un conto è attrarre risorse per valorizzare gli asset capitolini e le municipalizzate della città, ben altro invece è svendere le nostre aziende» regalando a qualcuno «il ricco mercato del trasporto pubblico romano.»

I FRANCESI E LA REGIONE – Eppure la via dell’intervento dei privati o di terzi, circola con insistenza da un anno nonostante le proclamate promesse dello stesso assessore ai trasporti  del tipo «Atac non si tocca.»  Non è poi un mistero che anche la Regione ventila l’ingresso dei francesi nella Roma/Lido sia pure in project financing. Se comunque già il sindaco parla di «negoziazione» è evidente che operazioni di tali dimensioni non possono nemmeno venir pensate senza un interessamento del governo. E forse da lì dovrebbero venire le risposte alle domande che ormai molti si pongono.

[form_mailup5q lista=”campidoglio”]

È SUCCESSO OGGI...