Si sapeva che Mafia Capitale avrebbe potuto avere gravi conseguenze occupazionali per i lavoratori delle cooperative di Salvatore Buzzi ed in particolare per il Consorzio Eriches 29 Giugno che ne raggruppa molte. Ne era consapevole anche la Magistratura che dopo l’arresto di patron Buzzi decise di commissariarle immediatamente per salvare il salvabile. Ma oggi la Cisl Funzione Pubblica fa sapere che i Commissari hanno comunicato alle Istituzioni e alle organizzazioni sindacali la grave situazione in cui versa il gruppo che probabilmente non riuscirà a pagare gli stipendi ai circa 1300 lavoratori.
DEBITI PER 17 MILIONI – Questa situazione è stata determinata dal credito che la Eriches vanta nei confronti dei suoi principali Enti Committenti, tra cui l’AMA che ha maturato 17 milioni di euro di debito. Da tempo la CISL FP ha proposto di aprire un tavolo interistituzionale con la partecipazione del Prefetto, del Sindaco, dei principali Enti Committenti per un piano di emergenza mentre oggi è in corso un incontro tra AMA e i Commissari del gruppo per sbloccare i 17 milioni che consentirebbero di pagare gli stipendi e continuare i servizi. A questa situazione difficile si aggiunge il fatto che il bando pubblicato dalla Prefettura di Roma per la gestione dei Centri di accoglienza per immigrati non prevede clausole di salvaguardia occupazionale che preserverebbero il lavoro ai dipendenti del Consorzio chiunque vinca il bando.
RISCHIO OCCUPAZIONE – Anche il segretario della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, la settimana scorsa aveva richiamato l’attenzione delle istituzioni su questa situazione subito dopo le minacce rivolte all’assessore al sociale Francesca Danese attualmente sotto scorta. Di Berardino faceva notare che il blocco dell’attività delle cooperative sociali che si occupano di accoglienza, verde e decoro poteva costituire un vero e proprio problema sociale. Tanto più che i lavoratori impiegati nei vari servizi sono spesso soggetti deboli ed ex carcerati sull’orlo della disperazione. Già ai primi di dicembre alcune decine di lavoratori del consorzio avevano occupato due centri di accoglienza.
IL COMUNICATO – «Siamo soci lavoratori, operai, impiegati e quadri che vedono accostato il nome della 29 Giugno a pratiche mafiose e corruttive – si leggeva allora in una nota -, vogliamo chiarire che non è nostro costume condividere tali illeciti ed avendo fiducia nella Giustizia pretendiamo la celere celebrazione del processo che riguarda i nostri dirigenti ed ove fossero condannati siamo determinati ad intraprendere azioni legali volte al risarcimento della Cooperativa». Ma il futuro è quanto meno incerto perché molti dei precedenti bandi vengono o stanno per essere revocati, gli istituti finanziari si negano e alcuni committenti revocano le assegnazioni.
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