Comune di Roma, i sindacati contro il bilancio di Ignazio Marino

Le critiche all'impostazione del bilancio di previsione da parte dei segretari di Cgil e Cisl

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Che non corra buon sangue fra Ignazio Marino e i sindacati non è cosa nuova nonostante Cgil e Cisl abbiano firmato un accordo sul salario accessorio che invece la maggioranza dei lavoratori ha respinto martedì, ma che arrivasse a toni così critici sul bilancio in approvazione in Aula Giulio Cesare non succedeva probabilmente dai tempi di Alemanno. Fatto sta che questa mattina in conferenza stampa i segretari dei due sindacati ci sono andati giù di brutto.

MARIO BERTONE –  A cominciare da Mario Bertone della Cisl che critica l’approvazione di questo bilancio «con la loro solita autoreferenzialià e considerazione di essere fortemente rappresentativi» mentre invece «non rappresentano la città di Roma, nè i suoi problemi». Per Bertone, che non ha peli sulla lingua «Marino decide lui, e poi chi vuole aprire spazi di confronto e partecipazione è un conservatore. Invece il conservatore è il sindaco, che riduce spazi di partecipazione e confronto in virtù di una democrazia che lui pensa essere tale e invece molte volte assume i toni della finzione.» Fatte queste premesse, il bilancio 2015 rappresenta solo «un’operazione da ragionieri» più che un aiuto per la crescita, lo sviluppo e le soluzioni dei problemi, mentre il vero problema del sindaco è solo quello di auto-ricandidarsi con tre anni di anticipo.

PARLA DI BERARDINO – Non meno critico è il segretario della Cgil Claudio Di Berardino che non vede alcuna svolta in questo terzo bilancio dell’amministrazione Marino perché conferma la stessa rotta seguita nei due bilanci precedenti. Una manovra che «non risponde all’esigenza di porsi il tema della crisi economica e sociale che investe questa città» e che vede dei grandi assenti «come le periferie, i piani di investimenti sulle opere pubbliche, la cultura (ad esempio Zètema che è ancora senza contratto di servizio) e il sociale. Per quest’ultimo, dice il segretario della Cgil «un conto sono le regole e la farraginosità in cui si può insinuare il malaffare, e questo lo dobbiamo combattere, un altro conto è tagliare i servizi del sociale e il costo del lavoro degli operatori del sociale.» Di Berardino ha rivendicato il merito dei sindacati nell’abbassamento della pressione fiscale, ma chiede di aprire una nuova fase con una proposta  che coinvolga tutta la città  « lavoratori, pensionati e altri soggetti sociali.» Bisogna cambiarla questa città, ha detto, anche con la  rigenerazione morale dell’intera classe dirigente. Annunciando che a breve la Cgil convocherà il quadro dirigente di tutte le categorie per valutare come coinvolgere i lavoratori con una serie di incontri e iniziative su tutti i territori. Che detta così appare proprio come una risposta all’attuale vuoto della politica.

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