«Mi dicono gli uccellini da Roma che nelle prossime ore ci saranno alcune decine, forse addirittura alcune centinaia, di nuovi interventi della magistratura e delle forze dell’ordine, sempre legate a Buzzi e Mafia capitale e via dicendo.» Questo l’annuncio di Matteo Salvini a ‘Radio Padania’ di poche ore fa ripreso immediatamente da agenzie molti siti di informazione. A questa affermazione Salvini faceva seguire un attacco al sistema della cooperazione che secondo lui, con i suoi ‘privilegi’, turberebbe le regole del mercato. L’annuncio cade in un momento particolarmente delicato per l’amministrazione capitolina paralizzata dalle indagini in corso su ‘mafia Capitale’ che ha portato agli arresti l’ex estremista nero Roberto Carminati e il dirigente delle cooperative sociali Salvatore Buzzi.
Negli ultimi giorni sia Buzzi che Luca Odevaine, inserito a livello di responsabilità nel dipartimento immigrazione del Ministero dell’interno e con un passato autorevole nelle amministrazioni di sinistra, hanno rilasciato ‘dichiarazioni spontanee’ agli inquirenti ammettendo un sistema di ‘facilitazioni’ per ottenere gli appalti in vari settori del sociale. Con lo scopo di evitare il peso di quell’articolo 416 bis (associazione di stampo mafioso) che comporterebbe condanne pesanti se in giudizio venisse riconosciuto. Non è un mistero che questa situazione di minacciosa incertezza sta paralizzando l’amministrazione capitolina anche dopo che la Regione Lazio è stata coinvolta dalla vicenda con le dimissioni del capo di gabinetto di Zingaretti Maurizio Venafro indagato per quel appalto Recup cui Buzzi mirava, ma immediatamente annullato dal Governatore. L’impietosa analisi condotta sul Pd romano dal prof. Fabrizio Barca ed il commissariamento dello stesso da parte di Matteo Orfini su precisa indicazione di Renzi, stanno creando situazioni di vera e propria angoscia fra consiglieri ed esponenti di quel partito perennemente sotto la spada di Damocle della Procura.
Nè Orfini ha placato le ansie quando l’altro ieri ha invitato i suoi consiglieri a recarsi in Procura ove informati di fatti illeciti. Se a tutto questo si aggiunge la situazione di Ostia con le dimissioni del presidente Tassone da quel municipio, oggi commissariato pro tempore dell’assessore alla legalità Alfonso Sabella, risulta evidente che le dichiarazioni di Salvini, per quanto intimidatorie, gettano benzina sul fuoco. Se la pulizia invocata senza se e ma dallo stesso Orfini dovesse coincidere con un altra ondata di arresti si riaffaccerebbe con la possibilità che il Comune possa venir commissariato nonostante Ignazio Marino si erga a tutore della trasparenza e della legalità.
Anche perché il periodo della sua amministrazione rientra nel range delle indagini in corso. D’altra parte le affermazioni del capo della Lega Nord sulla paventata ondata di nuovi arresti, concidono curiosamente con quanto affermato da Marino qualche settimana fa quando di fronte ai consiglieri del Pd aveva fatto addirittura il numero di 120 futuri arresti (mentre secondo altre fonti Marino avrebbe parlato di 200). Nè la successiva smentita del procuratore capo Pignatone era servita a rasserenare il clima. Se l’incombenza del Giubileo potrebbe allontanare l’ipotesi del commissariamento, non è escluso che gli sviluppi delle indagini ripropongano lo stesso quesito al nuovo Prefetto Franco Gabrielli e al Governo. Senza dimenticare che il suo predecessore Giuseppe Pecoraro si era già riservato di valutare questa eventualità a gennaio quando la bomba del ‘mondo di mezzo’ era esplosa.
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