Il parcheggio a tre piani che sovrasta la stazione di Jonio è a dir poco mastodontico. Si staglia al posto della collina di via del Gran Paradiso come un gigante silenzioso: conterrà 250 macchine, di giorno e di notte. Ma al momento a gestire il passaggio delle auto, almeno a piano terreno, non c’è nemmeno una barra automatica. Non un casottino per del personale di controllo. Nulla, tutto è aperto. Solo all’interno del locale una classica colonnina per pagare il parcheggio. La prima impressione è che senza un presidio il parcheggio sarà ben poco sicuro.
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PERICOLO TEPPISTI – La zona, senza passaggio di sera, è alla mercè di chiunque voglia fare danneggiamenti e furti alle auto che non sono stati infrequenti nemmeno alle auto in sosta per strada, negli ultimi anni. Senza contare il continuo passaggio di zingari e raccoglitori di rifiuti che in questi anni hanno stabilito proprio su via Scarpanto diversi punti di ritrovo dopo aver fatto mambassa di ferraglie e vecchi televisori. A preoccupare sono poi i vasti spazi ricoperti di pannelli rosso mattone, al momento pulitissimi: quanto tempo servirà per vederli aggrediti dalle firme dei writers? Nessuna protezione al momento li copre, e il corridoio che porta alla stazione sembra un luogo isolato dove spruzzare in tutta tranquillità.
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DENTRO LA STRUTTURA – E’ Entrando però all’interno della struttura che si scoprono alcune chicche: dal parcheggio non si accede direttamente alla stazione. Per entrare bisogna uscire dal parcheggio, passare per il corridoio all’aperto (senza pensiline) e rientrare nella stazione. Una volta entrati in stazione bisogna prepararsi a scendere fino a 28 metri sottoterra. Per tutti ci sono alcune lunghe scale mobili, per i disabili e gli anziani il discorso si fa più complesso. Un primo ascensore porta un livello di sotto, ai tornelli. Poi bisogna timbrare il biglietto, quindi si va a un altro ascensore che porta alla banchina, ben tre livelli più in basso. Uscendo dalla stazione balzano agli occhi la mancanza di un montascale che permetta ai disabili di salire la lunghissima scalinata che porta su al parco.
LE RICHIESTE DEI CITTADINI – I comitati la avevano richiesta ma al momento non sembra essere prevista. Arrivati al parco si nota subito l’assenza di un ascensore che dal piano dell’ingresso (né dal piano dei tornelli) porti all’area verde. Dunque il parco è relativamente isolato da tutta l’infrastruttura: per i disabili l’unico ingresso possibile è da via del Gran Paradiso salendo lentamente la salita dal marciapiede della strada. Nel parco appena aperto si nota subito la mancanza totale di cestini per i rifiuti e di rastrelliere per le biciclette. Affacciandosi su via Scarpanto non c’è nessuna ringhiera a protezione di bambini e adulti. Solo un grigliato di legno chiude l’area giochi, ma appare insufficiente.
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