Era il 7 maggio del 2012 quando quando questo giornale scriveva che sull’onda della rivolta, per lo più leghista allora, contro l’Agenzia nazionale di riscossione dei tributi Equitalia, il sindaco Gianni Alemanno annunciava «Dalla fine di quest’anno chiuderemo ogni rapporto con Equitalia e sarà Aequa Roma a riscuotere operando in stretto rapporto con le categorie produttive per non creare una realtà cieca».
Gianni aveva finalmente scoperto l’uovo di Colombo, la scorciatoia che avrebbe consentito di differenziare «gli evasori dalle persone che hanno problemi oggettivi e non possono essere uccise dal fisco». Quindi era giunto il tempo di affidare il servizio di riscossione dei crediti al nuovo carrozzone «che agisce in modo più integrato e vicino al territorio e quindi ai suoi abitanti», Ogni corazzata che si rispetti, ed AEqua Roma doveva diventare una corazzata delle riscossioni, ha bisogno del suo comandante, per cui si procedeva immediatamente alle nomine (che per l’amministrazione capitolina vengono sempre prima delle cose da fare) e l’ex presidente Fabio Rinforzi diveniva amministratore delegato mentre Alessandro Clemente prendeva il suo posto come presidente. Nomine che suscitarono molte perplessità da parte dell’opposizione di sinistra ma anche da La destra di Storace.
Come tante altre anche queste interrogazioni caddero nel vuoto altrimenti non si spiega perché allora ÆquaRoma ieri ottenesse il poco generoso titolo di poltronificio per una società che che dal 2008 registrava un aumento del costo del personale impressionante. Infatti dai 2 dirigenti ed un Amministratore Delegato iniziale si era passati a 5 dirigenti, 1 Amministratore delegato e 1 Presidente per un costo del personale di oltre 1,5 mln di euro. Sul sito di Roma Capitale oggi è scritto che Aequa Roma «svolge attività di supporto a Roma Capitale nell’accertamento e nella gestione delle entrate tributarie, extratributarie e patrimoniali, con l’obiettivo di migliorare continuamente la qualità dei servizi resi ai cittadini romani e a Roma Capitale».
Si arriva così al giugno dello scorso anno quando alla assessora al bilancio Silvia Scozzese, di fresca nomina, fra le varie deleghe viene anche assegnata la ,”definizione e verifica degli indirizzi gestionali di Aequa Roma Spa”. Passano i mesi e con il bilancio 2015 arriva la stretta sui conti delle partecipate del Comune. Una delibera di giunta istituisce così una cabina di regia (a proposito, che fine ha fatto?) per dirigere l’attività di “due diligence” su un gruppo di società, di cui si vogliono razionalizzare i costi e analizzare le prospettive future, fra queste Aequa Roma oltre a Risorse per Roma, Roma Metropolitane, Roma Servizi per la Mobilità, Zètema e anche l’azienda speciale Palaexpo. Oggi salta fuori una interrogazione al sindaco del consigliere Gianni Alemanno nella quale si lamenta che «a seguito della scadenza del mandato del precedente Consiglio di amministrazione non risulta emesso alcun bando per raccogliere le proposte di curriculum per la nomina del consiglio, del presidente e dell’amministratore delegato.» Mentre con ordinanza del 15 aprile è stato nominato presidente e amministratore delegato della società il prof. Riccardo Mussari «senza alcuna convocazione dell’assemblea dei soci e senza aver dato alcun avviso pubblico in merito».
Per di più senza che Marino si sia degnato di trasmettere a ciascun consigliere «avviso pubblico per le nomine e designazioni di sua competenza come previsto dall’art. 41 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale.» In verità un comunicato del Campidoglio era stato pubblicato la scorsa settimana, ma un comunicato non è certo un atto amministrativo regolamentare. Dal comunicato si evinceva che Mussari è professore ordinario di Economia delle aziende e delle amministrazioni all’università di Siena e prendeva il posto di Alessandro Clemente. Mentre nel Cda lo affiancano Gabriella Acerbi, direttore del Dipartimento per la razionalizzazione della spesa e Stefano Croella, stretto collaboratore dell’assessore al Bilancio Silvia Scozzese e come lei proveniente dalla fondazione Ifel dell’Anci. Ma alla fine della fiera più che le nomine occorrerebbe sapere che fine farà questa municipalizzata visto che Equitalia è ancora lì e non si capisce ancora bene a cosa serva esattamente ÆquaRoma oggi.
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