«Certo, certo che ho il conto alle Poste. Ho depositato in 35 anni di lavoro la somma di 100mila euro. Faccio da sempre anche la dichiarazione dei redditi ed è tutto dimostrato. Perchè il Comune di Roma e Alemanno, all’epoca, non hanno fatto i controlli prima di ficcarci qua dentro nel campo?». Così, Haakja Husovic all’agenzia Omniroma, dopo l’accertamento patrimoniale su alcune famiglie ospiti da cui sarebbero sbucati fuori conti sull’ordine delle decine di migliaia di euro.
LA STORIA – Husovic, bosniaco, vive in Italia da parecchi anni prima della guerra in Jugoslavia, ha come tutti i rom una famiglia numerosa («otto persone tra figli, nipoti e nuore») e, afferma, è un artigiano («aggiusto qualsiasi oggetto»), ripulisce cantine e fa traslochi col suo furgone. «Dovevano fare questi accertamenti prima non dopo tutti questi anni – continua Husovic – adesso molti dei nostri bambini che vanno a scuola dovranno interrompere le lezioni perchè non abbiamo al momento un posto dove andare. Potevano almeno far finire l’anno scolastico». Ora il rischio è quello di un flash back, di un ritorno ad una situazione pre-Alemanno. «Io lo dico: torneremo al Casilino 900 – conclude l’uomo – hanno speso tutti quei soldi, hanno fatto quella grande operazione e adesso torniamo al punto di partenza».