Ostia, il debutto dei varchi? Tanto rumor per nulla

Il “grande bluff” dell'ordinanza del sindaco. La protesta dei Radicali

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Doveva essere una rivoluzione quella dell’apertura dei varchi sul lungomare di Ostia, ma, come spesso succede, la montagna dei proclami e degli annunci di Ignazio Marino ha partorito il solito topolino. Se né accorto già venerdì sera il radicale Riccardo Magi della maggioranza che ha definito un bluff l’ordinanza che disciplina l’accesso alle spiagge, l’uso degli arenili e la visuale a mare.

L’ORDINANZA – L’ordinanza, dopo aver determinato il periodo della stagione balneare dal 1 al  30 settembre, stabilisce l’orario di apertura dei servizi forniti dagli stabilimenti balneari dalle 9 alle 19 e vieta di ostacolare in qualsiasi modo il passaggio nei 10 varchi liberi di accesso alla battigia. Dove si può accedere a qualsiasi ora anche di notte, magari per pomiciare come ha dichiarato giorni fa l’assessore alla legalità Sabella. I titolari degli stabilimenti  sono obbligati a consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l’area compresa nella propria concessione demaniale. Ma  come prevedibile il “balneari” godono anche di una concessione demaniale quindi in mancanza di un varco “pubblico” a non oltre 150 metri da uno stabilimento l’accesso è consentito solo sino alle  22. Seguono poi le disposizioni per l’allocazione degli ombrelloni e la fornitura dei servizi offerti usualmente dagli stabilimenti balneari.

LA POLEMICA – E’ chiaro comunque che tolti i varchi pubblici  non si cambia gran che perché  anche prima chiunque poteva transitare sui tre metri del bagnasciuga e farsi il bagno davanti agli stabilimenti balneari. Tanto rumor per nulla se non fosse che i Radicali evidentemente hanno un altro concetto di spiaggia libera e nell’ordinanza ravvisano “profili di illegittimità preoccupanti” facendo ricorso al Tar che negli ultimi tempi poco tenero con gli atti amministrativi del Marziano. La contestazione di Magi sta nel fatto che questa ordinanza  «nega ai cittadini la libertà di accedere al mare in qualsiasi momento.» Infatti riconoscendo «la distinzione tra varchi pubblici e varchi non pubblici al demanio marittimo, significa smentire quanto sancito dalla legge e dalle concessioni balneari: ovvero che per definizione ogni accesso alla spiaggia è un accesso pubblico.»Inoltre sancito il principio degli accessi privati alla spiaggia si vanifica anche   il divieto, previsto nella stessa ordinanza, di costruire siepi e recinzioni . I Radicali avevamo chiesto invece al sindaco e all’assessore Sabella di garantire l’accesso alla spiaggia 12 mesi l’anno e h. 24 a prescindere dagli orari dei servizi. Ora è evidente che il comune ha dovuto tener conto degli interessi degli operatori balneari, ma è altrettanto evidente che di fronte a delle concessioni legittime l’amministrazione  ha voluto evitare una marea di ricorsi e contenziosi. Resta il fatto che gli operatori non potranno tollerare, come sempre avvenuto, bivacchi e presenze scomode fra i loro ombrelloni, le lo strutture e la loro clientela pagante. Soprattutto di notte quando il casino è più che prevedibile. Ma questo si sapeva anche prima. Tanto valeva evitare annunci di una rivoluzione che praticamente non c’è stata.

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