Tasse, gli artigiani lavorano due terzi dell’anno per pagarle

Unica consolazione la discesa della Irap ma il quadro generale vede la capitale in cima alla classifica delle città più costose

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La CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) ha pubblicato uno studio dal quale risulta che quest’anno per artigiani, commercianti e pmi romane il peso fiscale si è alleggerito rispetto a un anno fa. Ma al di là delle buone notizie le proiezioni sul 2015 effettuate sulla base delle aliquote del 2014 confermano un quadro tutt’altro che confortante per la situazione nella Capitale. L’esempio che viene fatto riguarda un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq con macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto.

Tolti i costi per macchinari, stipendi per 4 operai e un dipendente e altre spese, reddito di impresa prima delle imposte deducibili, è di 50mila euro. Dopo, il conto precipita a 14.154 (era a 17.139 nel 2011). Il 71,7% finisce al fisco (era il 74,4% l’anno scorso). Circa metà (36,3%) di queste tasse e imposte finisce nelle casse di Comune e Regione (14.098 euro solo per Imu, Tasi e Tari). Ecco perché Roma  continua a ricoprire i primi posti in classifica. Infatti l’aumento dell’imposizione comunale tra il 2011 e il 2012 ha corso più della media nazionale e l’aumento intorno al 37% viene confermato anche tra il 2013 e il 2014.

Se si prendono le imposte sugli immobili, a Roma l’impresa tipo pagava poco meno di 3 mila euro di Ici nel 2011, e circa 7.100 euro di Imu e 750 euro di Tasi nel 2014, applicate entrambe ad aliquota massima. Un aumento così elevato donato anche all’aumento del valore catastale degli immobili strumentali usati dall’impresa. A conti fatti, Imu e Tasi pesano da sole per il 15,7% (+9,8% rispetto all’anno prima). Solo per i rifiuti, l’impresa tipo ha pagato complessivamente (dal 2011 al 2014) il 240% in più della media nazionale, solo l’anno scorso, 6.241 euro, un 170 eufoni meno dell’anno prima. Sommando Imu, Tasi e Tari sugli immobili strumentali si arriva ai suddetti 14.098 euro.

Nel 2015 solo per Imu più Tasi le imprese pagheranno il 62,6% in più del 2011.  Per la Tari l’8,8% in più. Per quanto riguarda le addizionali locali, l’Irpef regionale aumenterà del 13% nel 2015 (circa 80 euro in più per l’impresa individuale presa come esempio) e quella comunale dell’11% (33 euro). Di buono c’è che l’impresa tipo di Roma nel 2015 pagherà 3.856 euro in meno di Irap, scesa del 55% (al 4,82%) per effetto della riduzione sia nel 2014 che nel 2015. Una flessione evidente nel Lazio, dove l’aliquota pesava più che altrove. Praticamente dal’ inizio del’ anno a oggi, artigiani, pmi e commercianti romani hanno lavorato solo per pagare le tasse. E continueranno a farlo fino al prossimo 18 settembre, quando potranno festeggiare.  Festeggeranno il tax free day con 11 giorni in meno.

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