La settimana politica a Roma con Gabrielli, Marino e Marchini

Dopo il ponte del primo maggio riprende l'attività delle istituzioni dalla Prefettura al Campidoglio

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La politica romana, per quello che può interessare i nostri lettori, non ha avuto gran che da dire in questi giorni di ponte. Sistemata Ostia con il commissario Alfonso Sabella assessore alla legalità e aperti i fatidici varchi il clamore dei giorni scorsi si è placato salvo gli inevitabili ricorsi al Tar. Lui, Sabella, nell’assumere l’incarico che durerà sino alle elezioni in quel municipio (presumibilmente a maggio prossimo) ha parlato di ‘amaro calice’, ma qualche maligno in questa nomina ha voluto vedere una “diminuito capitis” del magistrato, il cui ruolo verrebbe in qualche modo oscurato dalla presenza del nuovo prefetto Franco Gabrielli estremamente attivo e autonomo nella sua campagna di ascolto nei Municipi e che di legalità se ne intende. Inoltre dopo la ventilata (e forse auspicata dal sindaco) nuova ondata di arresti per Mafia Capitale le acque parrebbero più calme anche se i patemi d’animo di molti politici nostrani non si sono di certo afflosciati.

Chi invece si è agitato molto nel corso di questo ponte è stato Alfio Marchini che con la Festa del suo “Partito del Cuore” ha avuto modo di ospitare al laghetto dell’EUR personaggi del calibro di Angelino Alfano che gli ha fatto esplicitamente la corte, come d’altronde aveva fatto l’ex commissario europeo di Forza Italia Antonio Tajani. Non che Alfio si sia sbilanciato molto, anche se il pressing della destra moderata per accaparrane il nome in vista di future lezioni comunali continua ormai da quasi un anno. Ma l’imprenditore ha capito che con il Giubileo alle porte per tutto il 2016 di elezioni anticipate manco a parlarne. Così si defila, glissa, fa il prezioso e si butta sul generico con affermazioni del tipo  «Prima dei partiti servono le idee» perché lui è pronto a governare Roma, «ma lontano dalle correnti e dalla tessere dei partiti: io penso ai contenuti». Se ne deduce che l’imprenditore stia pensando a un programma elettorale da lista civica che tirerà fuori al momento opportuno e che potrebbe non discostarsi gran che da quello presentato alle comunali di due anni fa. Nella speranza che un domani molti lo votino senza nemmeno una etichettina di destra, di centro o di sinistra, forte di quel 25% di gradimento che i sondaggi gli danno e magari del tacito sostegno di Matteo Renzi.

I sondaggi dovrebbe averceli anche Ignazio Marino che dopo alcuni cambiamenti nel manico del suo ufficio stampa rilascia interviste un pò dappertutto. Non ultima quella di oggi a La Stampa Tv, che non sarà molto seguita a Roma, ma che farà piacere ai suoi estimatori piemontesi presenti anche nel suo staff. Di cose ne ha dette molte senza eccedere in modestia (come al solito) come quando ha affermato: «All’inizio del mio mandato il Pd romano, e lo voglio specificare, era sorpreso dal mio modo di agire perchè ad esempio nel decidere le nomine io mi affidavo al curriculum delle persone». Aggiungendo «personalmente non mi sono mai allontanato dal popolo del Pd, anzi ho sempre affermato con una certa convinzione e orgoglio di essere un nativo Pd e anche un fondatore di questo partito.» Che nel Pd romano qualcuno sia rimasto sorpreso, talora sbigottito o addirittura sgomento, non ci sono dubbi, ma la sua vantata vicinanza a quel popolo del Pd sottende un evidente distacco (o malcelato disprezzo) da chi dirigeva quel partito prima del commissariamento a opera del proconsole di Renzi, Matteo Orfini.

Quanto poi al fondatore padre nobile del partito liquido voluto da Veltroni, dovrebbe ringraziare Goffredo Bettini e Massimo D’alema l’uno perché lo portò a competere alle primarie nazionali del 2009 con Bersani e Franceschini. L’altro perché lo tirò fuori dalla Fondazione italiani Europei portandolo al Senato. Se poi fosse vero che solo Ignazio chiede i curricula prima di assumere dobbiamo arguire che i precedenti amministratori di sinistra assumevano gente senza adeguati skills professionali e quindi a titolo puramente clientelare. Per capire cosa stia cambiando nella comunicazione del sindaco val la pena di citare anche un altra sua intervista pubblicata stamane da un periodico on line di Civitavecchia dove il nostro sindaco metropolitano spazia dalle nomine alla Port Autorithy al futuro della logistica marittima che Marino deve avere nel sangue date le sue origini genovesi.

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