Mafia Capitale, parla l’avvocato di Carminati e non esclude altri arresti

Intervistato da una radio locale sull'inchiesta in corso e sul rischio scioglimento per il Comune di Roma

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Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus per parlare della situazione del suo assistito che l’accusa indica, insieme a Salvatore Buzzi, al vertice della presunta associazione mafiosa  ribattezzata ”Mafia Capitale”. Secondo il legale le accuse rivolte al suo assistito sono state ingigantite con una sorta di «doping mediatico per colpire la pubblica opinione.» Sul passato di Carminati, Naso chiarisce che al suo assistito si può contestare una rapina che fece da giovane e il furto al palazzo di giustizia. «Il problema è che lui non è famoso per le cose per cui è stato condannato, ma per le cose per cui è stato assolto.»

E cita il depistaggio legato alla strage di Bologna e l’assassinio di Pecorelli, accuse dalle quali Carminati è stato assolto in tutti e tre i gradi di giudizio. «Far credere che Carminati sia stato assolto per chissà quali protezioni – aggiunge l’avvocato – rappresenta un’offesa non per Carminati, ma per tutti quei giudici che hanno lavorato ai suoi processi.» Ma l’obiettivo dell’avvocato Naso è quello di far partecipare i giornalisti allo svolgimento del processo in modo che «la pubblica opinione sia fedelmente informata di quello che avverrà». Convinto che il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche o ambientali possano chiarire «se i concetti, il linguaggio, i propositi e le interlocuzioni siano appunto riconoscibili come esplicativi di una realtà mafiosa».

Carminati in questo momento è detenuto in regime di 41 bis, situazione che secondo il legale è «inutilmente vessatoria» come da tempo sostengono peraltro quasi tutti i difensori dei detenuti eccellenti per fatti di mafia. Carminati starebbe affrontando questo carcere duro con sano realismo «consapevole che, gli piaccia o no, questo è ciò che il sistema gli ha riservato e cerca di trovare un punto di equilibrio per sopportare nel miglior modo possibile questa situazione.» Dopo aver escluso il coinvolgimento del figlio di Carminati nella vicenda, l’avvocato ha insistito sulle modalità dell’arresto quando «uno dei mitra che avevano in mano i carabinieri fu posto alla tempia del figlio di Carminati in forma del tutto inutile» perché carabinieri «sapevano benissimo che Carminati non era armato e che soprattutto in presenza del figlio non ci sarebbe stata nessuna reazione».

Alla domanda se a Roma siano in arrivo nuovi arresti, Naso accenna a  «rumors che parlano di un secondo provvedimento con cui si dovrebbe dare la quadratura del cerchio all’operazione» anche perché si è ormai vicini a una iniziativa conclusiva. Infatti a breve si dovrà decidere se processare gli imputati con rito immediato, con tempi già ristrettissimi per l’emissione del relativo decreto, oppure se la Procura «vorrà passare al vaglio dell’udienza preliminare», con tempi più lunghi, tenendo conto che la custodia cautelare «ormai è un’anticipazione della pena.» Infine Naso fa alcune considerazioni sull’eventuale commissariamento della Capitale che il Prefetto dovrà decidere entro luglio. «Dovesse farlo, sarebbe una decisione che non potrebbe passare inosservata nel processo….ma io inviterei la gente a confrontare un eventuale scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Roma con i provvedimenti analoghi presi in precedenza nei confronti di altri comuni (quando) la differenza striderebbe in forma plateale.»

Infatti tali provvedimenti spesso sono arrivati in seguito a processi di carattere definitivo, mentre la decisione di scioglimento in corso di processo potrebbe condizionarne l’esito riconoscendo nei fatti il reato di associazione mafiosa che invece i legali degli imputati contesteranno. Per di più l’avvocato ricorda che lo scioglimento sarebbe intervenuto «quando in quel comune non si poteva garantire l’ordine pubblico o la libertà civile, tutte situazioni che nel comune di Roma, per fortuna, non esistono.» Resta invece il dubbio se nel caso di un’altra ondata di arresti, le condizioni dello scioglimento condizioni possano realmente verificarsi.

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