Atac, l’ombra del complotto sul blocco della metro A

Sui fatti del 17 aprile ad Anagnina intervengono il senatore Augello e il deputato Piso

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Fu vero complotto? Siamo parlando del caos che si verificò il 17 aprile scorso sulla linea della metropolitana durante la giornata di sciopero proclamato da alcuni sindacati. Lo fu secondo il senatore Andrea Augello e il deputato di Area popolare Ncd-Udc Vincenzo Piso. Diversi gli elementi che lo confermerebbero: il sabotaggio della scatola nera, le omissioni della relazione della commissione di inchiesta, i dati distorti prima sulle adesioni allo sciopero, poi sul numero dei malati, l’ordine di evacuazione totale della metro durante la fascia protetta impartito via radio.

I due parlamentari avrebbero anche le prove documentate dalle dichiarazioni scritte protocollate dall’Atac, dalle quali risulta che due macchinisti, regolarmente in servizio alle 8,05 del mattino in Anagnina, furono dirottati a Ottaviano proprio nel momento in cui venivano bloccate le corse da quel capolinea per mancanza di personale. I due macchinisti, una volta giunti a Ottaviano furono spediti a Cinecittà e infine a casa. Il sabotaggio sarebbe anche confermato dai dati delle malattie e dei permessi di tutti gli scioperi precedenti dai quali risulta che il 17 i malati erano in numero inferiore rispetto a tutti gli altri scioperi degli ultimi diciotto mesi. «Per settimane – concludono Augello e Piso-  si sono raccontate bugie e sciocchezze, disinformando anche l’assessore competente. Ora è tempo che la magistratura faccia luce su questo inquietante episodio e che l’intera dirigenza dell’Atac renda conto di una giornata di caos, certamente non determinata dai sei macchinisti in sciopero.» Ma se i macchinisti erano in numero sufficiente per garantire un ordinato avvio dello sciopero chi e perché avrebbe ordito la trama che intrappolò i passeggeri alla Stazione Anagnina?

Allora si verificarono scene di panico caos, urla, proteste e addirittura una rissa sfiorata con l’intervento delle forze dell’ordine perché i passeggeri avevano occupato un vagone della metropolitana della linea A alla fermata di Cinecittà. Una protesta scatenata dai passeggeri intrappolati  sulla banchina strapiena di Anagnina in direzione Battistini. Segurono i soliti comunicati della politica con titoli tipo “pugno di ferro” del sindaco sui responsabili, “macchinisti sotto accusa” con l’annuncio delle solite “severe inchieste” e “commissioni ad Hoc”. Lasciando il dubbio, in noi comunissimi utenti, che se pochi macchinisti o dirigenti del servizio bastano a scatenare il pandemonio, non ci resta davvero che piangere.

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