Roma Multiservizi, malori e insulti a consiglieri in assemblea

Prosegue la tensione tra lavoratori e istituzioni, danni alle poltrone dell'Aula consiliare

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“Vergognatevi infami”. In Assemblea capitolina cade il numero legale, salta la seduta e nell’area riservata al pubblico esplode il putiferio.

I FATTI – Tra grida e spintoni i lavoratori della Roma Multiservizi, che da tre giorni sono accampati in presidio continuo in aula Giulio Cesare, hanno cominciato a inveire contro i consiglieri, rei di non essere stati in grado di mantenere il numero per votare una mozione a firma Alessandro Onorato (Lista Marchini) che chiedeva garanzie occupazionali per i lavoratori.

I MALORI – Due lavoratrici sono state colte da malore, alcuni consiglieri hanno provato a spiegare la situazione ma non sono riusciti a placare la rabbia dei dipendenti della municipalizzata, che hanno rovesciato e gettato in terra gran parte delle poltrone che ospitano il pubblico dell’Aula.

SCIOPERO DA GIORNI – Dopo le proteste dello scorso marzo continua il dramma dei lavoratori di Roma Multiservizi: 3500 posti nei settori del verde pubblico, manutenzione, pulizie, mense a servizio della cittadinanza romana sono in bilico a causa delle nuove gare a ribasso messe in piedi dal Comune, che non garantiscono gli attuali lavoratori. I dipendenti in protesta fanno appello al sindaco Marino perché cambi strategia (magari scegliendo di indire una gara di tipo diverso) e non dimentichi le ragioni di persone che lavorano per vivere: “Siamo le vittime del decreto Salva Roma – spiegano in una nota – che sta facendo lacrime e sangue sulle spalle dei lavoratori, e a rimetterci siamo noi che guadagniamo dalle 300 alle 800 euro al mese, stipendi al limite della sopravvivenza e che ogni giorno con professionalità lavoriamo nella pulizia delle scuole comunali e degli asili nido e nel trasporto dei bambini disabili”.

LA RISPOSTA – “Ci siamo sentiti rispondere dal Sindaco Marino e dai suoi Assessori – proseguono – che bisogna fare sacrifici per il Decreto Salva Roma, che l’inserimento della clausola sociale negli appalti è contro la normativa europea del libero mercato. Perché allora invece di consentire che vengano assegnate gare con il massimo ribasso non si tutelano i lavoratori, sapendo che l’azienda vincitrice non sarà in grado di riassorbire i dipendenti ? Perché non si prevede che negli appalti non sia almeno applicato un punteggio più alto alle aziende che assicurano totalmente la riassunzione dei lavoratori? Per questo oggi protestiamo, e chiediamo solo di continuare a lavorare per poche centinaia di euro, i sacrifici del Salva Roma, vengano chiesti a chi prende stipendi con uno zero in più, rispetto ai nostri”.

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