La conferenza stampa del sindaco e del presidente/ ad di Ama Daniele Fortini più che di rifiuti è stata l’occasione di Ignazio Marino per difendere il suo operato di questi due anni e annunciare che “non schioda” sino al 2023 (sempre che lo votino ancora). D’altra parte è proprio sulla sporcizia e sul decoro di questa Capitale che Marino si gioca la faccia, soprattutto dopo i servizi del “Corriere della Sera” che martellano l’amministrazione senza pietà. Allora vediamo di capire, fuori dalla propaganda, quali sono le novità.
Intanto apprendiamo che ci sono oltre 100 milioni di euro di evasione della tariffa rifiuti in città «da parte dei ”grandi morosi”, grandi istituzioni pubbliche e private come ministeri e banche che non pagano le bollette e che hanno costituito un problema, ma adesso stiamo intervenendo». Poi apprendiamo che sulla raccolta differenziata il Campidoglio ha puntato sul modello di San Francisco (non bastava limitarsi a Trento?) guardando al 2030 «quando l’Ue ha detto che tutti gli inceneritori d’Europa dovranno essere spenti».
Purtroppo all’interno di questo sistema «una discarica di servizio certamente serve, per esempio per quando separiamo carta e cartone.» Quindi si sta andando in quella direzione, perché prima si realizzeranno gli ecodistretti e poi «apriremo un confronto nella città su dove questa discarica di servizio sarà localizzata, ma sarà residuale e completamente diversa da Malagrotta, che ospitava il 100% delle 5mila tonnellate di rifiuti che Roma produce ogni giorno». Residuale o meno, “riciccia” l’idea della discarica che (ci scommetteremmo) qualcuno non vedrebbe male in qualche comune prossimo a Roma, tanto più che ce ne sono ancora tre aperte in provincia.
Ovviamente anche Fortini è prodigo di impegni nonostante abbia ereditato un’azienda “devastata”. Così parla di disponibilità dei sindacati «per giungere al contratto di secondo livello aziendale. Il che vuol dire che faremo piazza pulita di 42 accordi sindacali aziendali che dal 1994 si sono addensati l’uno sull’altro costando 27 milioni l’anno». Infatti «con i sindacati intraprenderemo un percorso per riconoscere merito, dedizione e capacità dei lavoratori. Mai più compensi a pioggia a gruppi e a caste non motivati dall’interesse dell’azienda…» Peccato che alla contemporanea conferenza stampa della Cgil nessuno era informato della iniziativa di Marino/Fortini alla Protomoteca. Fortunatamente pare che ci sia ancora lavoro per la Procura perché il 10 aprile Fortini ha consegnato ai magistrati di Mafia capitale tre dossier tra cui quello relativo alla gara del 2011 sul noleggio di 28mila cassonetti per 48 milioni.
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