Nella cacofonia delle voci che ormai quotidianamente si levano sulle condizioni dell’aeroporto di Fiumicino dopo il devastante incendio del Terminal 3, ognuno dice ormai la sua: il presidente di Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ritratta l’affermazione “incauta” di possibile chiusura dell’aeroporto rilasciata nel corso di una intervista, l’istituto Superiore di Sanità rileva la preoccupante presenza di diossina, ma la locale Asl non la vede esattamente così. Poi ci sono i sindacati che nelle diverse sigle, a seconda della maggiore o minore aggressività, si agitano sulle condizioni di lavoro.
LA POLEMICA – Così mentre Enac riduce d’imperio la potenzialità dello scalo al 60%, alla fine di questa fiera risulta ben più responsabile la decisione della Procura di Civitavecchia che in pochi giorni ha dissequestrato la struttura incendiata, come aveva chiesto l’USB, consentendo i lavori di ripristino. A completare il quadro le sconsolate affermazioni di Del Rio, da poco Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che non ha la minima idea di quando potrà essere riaperto il terminal incendiato. Una cacofonia che evidentemente pesa sulle decisioni dei vertici di AdR che per quanto possibile si danno da fare per non trascinare lo scalo nel caos. Mutando ad esempio di settimana in settimana le disposizioni per il funzionamento dello scalo aereo un po’, se volete, sulla scorta dell’italico principio “dell’andando vedendo.”
I DANNI – E forse con una certa timidezza dei vertici non in vena di decisioni affrettate ed esposti alle fucilate di utenti ed istituzioni. Ma a monte c’è un problema di danni economici seri. Basti pensare che la decisone finale sullo scalo verrà presa il 28 luglio nel bel mezzo della stagione estiva, con l’Expo di Milano in piena attività e il Giubileo alle porte. Un danno che l’azienda non ha ancora quantificato ma a cui si è sopperito mantenendo lo stesso livello di passeggeri concentrandoli, nella sostanza, su aeromobili più grandi. I danni commerciali alle strutture del Terminal 3 risultano invece irrecuperabili tanto che molti operatori commerciali saranno costretti alla chiusura. Una situazione difficile dove ormai molti sono i galli che cantano, ma soprattutto “contano.” Per quanto riguarda i passeggeri, almeno per nostra diretta esperienza, una educata rassegnazione: tanto prima o poi, ci si imbarca o si arriva.