Rinnovato il contratto di servizio fra Comune e Atac sino al 3 dicembre 2019. Lo ha deliberato l’assemblea capitolina che ha indicato le seguenti linee guida: affidamento in house del tpl fino al 2019 quando sarà obbligatoria una gara europea, blocco del turn over dei dirigenti, riduzione di incarichi e consulenze esterne, riorganizzazione dell’azienda in divisioni autonome.
LE NOVITÀ – Fra le novità i bus sorvegliati speciali con il sistema Automatic Vehicle Monitoring che valuta la qualità del servizio erogato. Ovviamente lotta all’evasione che nonostante le reiterate esternazioni in materia dell’assessore Improta (che confermerebbe le sue prossime dimissioni) non pare abbia dato i risultati sperati tanto che sui bus in periferia raggiunge ormai punte del 10-12 per cento. Fra le novità l’introduzione di costi standard, «nel senso che il contratto di servizio che andremo a proporre ad Atac – spiega Improta- per la prima volta a livello nazionale terrà conto dei costi standard suddivisi per tipologia di mezzo di trasporto.»
LE PROTESTE – E dopo il 2019? Si provvederà come prevede la normativa europea ad avviare processi di privatizzazione ormai ineludibile date le disastrose condizioni finanziarie della società. Ma questo la delibera non lo dice anche se sta nei fatti. Intanto ieri sono proseguite le proteste di autisti e macchinisti che hanno hanno rallentato pesantemente il servizio. Una sorta di sciopero bianco contro gli accordi che taglierebbero 400 euro dalle buste paga dei lavoratori a partire da ottobre. In serata Atac annunciava che «l’azienda è pronta a procedere denunciando i responsabili per interruzione di pubblico servizio».