Affidamenti diretti allo stesso soggetto, frequente ricorso per gli appalti alle cooperative sociali con importi superiori alla soglia e mancata rotazione di imprese e dirigenti, con evidenti “profili di non rispondenza alle previsioni normative e regolamentari” sugli affidamenti. È la foto scattata sul Comune di Roma nel periodo 2011-2014 e contenuta nella relazione dell”Anac (Autorita” nazionale anticorruzione) presentata da Raffaele Cantone.
LA FOTOGRAFIA DELL’ANAC – Con la riorganizzazione dell”Autorita” nel 2014 una delle prime visite ispettive, si legge nell”istruttoria, “fu effettuata presso l”amministrazione di Roma Capitale per acquisire elementi conoscitivi sull”attivita” contrattuale dell”amministrazione stessa”, per quel che riguarda l”affidamento degli appalti di lavori, servizi e forniture nel periodo 2011-2014. Le indagini del team ispettivo, “ancora in corso”, hanno rilevato quindi “profili di non rispondenza alle previsioni normative e regolamentari” sugli affidamenti da parte dell”amministrazione capitolina, attraverso un “generalizzato e indiscriminato ricorso alle procedure negoziate al di fuori dei presupposti normativamente richiesti”.
Queste in sintesi le principali anomalie emerse nella prima parte dell”indagine: “Artificiosi frazionamenti degli appalti ai fini del rispetto delle soglie fissate dalle norme di settore; affidamenti ripetuti al medesimo soggetto; frequente ricorso ad affidamento diretto di servizi a cooperative sociali con importo superiore alla soglia comunitaria; mancato rispetto del principio di rotazione degli operatori economici invitati; generalizzata carenza della fase di verifica dei requisiti di ordine generale e speciale e dell”emissione della certificazione di regolare esecuzione e di collaudo”.
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