Mafia Capitale, Nieri si dimette. Terzo proiettile per Marino

Non si arresta l'escalation di dimissioni nella stretta cerchia di collaboratori del sindaco di Roma

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Il vicesindaco Luigi Nieri si è dimesso alla fine di un martedì, il 14 luglio, caldissimo non solo per le temperature tropicali. I contraccolpi dell’inchiesta Mafia Capitale raggiungono oggi il più vicino dei collaboratori del sindaco Ignazio Marino, simbolo dell’alleanza con Sel ma anche, negli anni passati, emblema della vicinanza della politica alle periferie di Roma. E mentre il Campidoglio perde un altro pezzo, all’aeroporto di Fiumicino si scopre la terza intimidazione verso il sindaco a base di pallottole, questa volte le sinistre calibro 38 che usavano i brigatisti rossi di una volta, chiuse in una busta da lettera. Le notizie sconvolgono ulteriormente la capitale e alimentano un clima di tensione e incertezza che stride con l’incedere pigro e vacanziero della Roma di luglio.

NUOVI PROIETTILI – Intorno alle 19 viene diffusa la notizia della terza pallottola: secondo il “Messaggero” sono indicati come mittenti proprio Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, presunti capo e braccio operativo del sodalizio scoperto dalle indagini guidate dal Procuratore Capo di Roma Giuseppe Pignatone. La lettera era arrivata in giornata al centro di smistamento postale dell’aeroporto di Fiumicino e contiene minacce e ingiurie: le indagini sono tuttora in corso.

LE DIMISSIONI DI NIERI – Poco più tardi, quasi le 20, arriva la notizia più dura: Luigi Nieri lascia l’incarico in Campidoglio dando le sue dimissioni irrevocabili. Lo fa con una lunghissima lettera che ha reso pubblica mandando alla città intera un messaggio netto: “Questa amministrazione dà fastidio, ha rotto troppi equilibri e va resa ogni giorno più fragile per far sì che tutto cambi affinché nulla cambi. Io non ci sto. Lascio per impraticabilità di campo, perché non intendo prestarmi neanche per un giorno di più a questo gioco al massacro. Non lascerò che indeboliscano l’azione di questa amministrazione”. Nieri si è scusato con chi gli aveva accordato la fiducia e ha chiarito: “La mia è una decisione personale, non improvvisa e non dettata da ragioni oscure, né da nauseanti ragionamenti politicisti”.

LA LETTERA – Poi ha spiegato: “Il mio passo indietro, che nessuno mi ha chiesto di fare, ha alla base le stesse ragioni: l’amore per Roma e la convinzione che l’amministrazione Marino vada difesa a tutti i costi. Proprio per queste ragioni non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera. Se avessi pensato soltanto a me  – continua Nieri –  avrei continuato senza farmi scalfire da nulla. Ho le spalle larghe”. Per questo Nieri si è rivolto a tutti i suoi interlocutori, dagli elettori, ai cittadini, al sindaco e alla maggioranza dicendo “mi scuso con tutti voi se oggi faccio un passo indietro, informandovi di aver consegnato le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di vicesindaco di Roma al sindaco Marino”.

IL SINDACO MARINO – E il primo a dare un segnale di vicinanza a Nieri è stato in serata proprio il sindaco Marino che ha compreso il gesto del suo più stretto collaboratore in Giunta e lo ha definito “persona leale e di specchiata onestà”. Il sindaco ha usato toni da amico per descrivere la persona di Nieri e il percorso che si interrompe bruscamente: “Un gentiluomo dai comportamenti inappuntabili, un amico dell’età adulta (legami più difficili da costruire), un compagno di squadra perfetto che sa sempre far prevalere l’interesse generale della città a ogni altra ipotesi. In moltissime occasioni ha affrontato con me decisioni difficili ma storiche per la città tenendo contro delle idee e della visione piuttosto che degli equilibrismi partitici. Inoltre, nonostante i dossier delicati affrontati Luigi non è mai stato coinvolto nelle indagini che in questi mesi hanno toccato l’amministrazione. Posso affermare con orgoglio ed emozione che abbiamo avviato un cambiamento di Roma basato in gran parte sulle idee, la storia e le capacità di una persona straordinaria come Luigi.

CONFRONTO A BREVE – Oggi comprendo la sua amarezza. Parleremo insieme nelle prossime ore per affrontare ogni problema”. L’amministrazione capitolina perde dunque un altro pezzo da novanta e guarda in faccia una crisi che sembra essere infinita. La relazione di Gabrielli nelle mani di Alfano, le voci di un rimpasto ormai prossimo, solo due giorni fa le dimissioni del giovane Mattia Stella dalla segreteria del sindaco: nella capitale dei quaranta gradi estivi non c’è oggi un condizionatore in grado di abbassare le temperature negli uffici del Campidoglio.

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