L’utopia della crescita zero e del fai da te sembra aver contagiato l’Assemblea capitolina che oggi ha approvato con 18 voti favorevoli e 4 contrari il regolamento degli orti urbani e giardini condivisi sul territorio di Roma. Si tratta di piccoli terreni che potranno essere affidati gratuitamente ai romani che potranno coltivarli per produrre una parte del proprio fabbisogno quotidiano, senza poter mettere in vendita i prodotti che verranno raccolti che sennò sarebbe un salto indietro di qualche secolo quando Roma era tutto un orto urbano anche nel centro storico.
IL REGOLAMENTO – Il regolamento definisce le aree destinata a orti/giardini urbani (Ogu) come terreni comunali dati in comodato d’uso gratuito ad associazioni o gruppi no profit. Gli orti/giardini urbani saranno lotti di terreno non superiori ai 60 metri quadrati destinati alla produzione di fiori, frutta e ortaggi, ma sono previsti anche orti/giardini condivisi da coltivare collettivamente a scopo sociale, e orti/giardini didattici. Le aree vengono conferite alle associazioni dal dipartimento Ambiente del Campidoglio con un contratto di comodato d’uso, che non potrà essere trasferito a terzi e avrà una durata massima di sei anni rinnovabili per altri 6 una sola volta. Per evitare appropriazioni indebite o l’ingresso di animali, si potrà recintare il terreno con reti metalliche e pali di legno o altri tipi di recinzioni, ma senza opere murarie.
I REQUISITI – Tra i requisiti per richiedere un’area da coltivare si prevede che gli assegnatari non debbano essere già proprietari di altri terreni coltivabili. Durante la discussione in Aula sono stati approvati anche sei ordini del giorno dell’opposizione a firma del consigliere di Forza Italia, Dario Rossin. Nei documenti si chiede all’amministrazione di prevedere una campagna di informazione all’interno delle scuole per incentivare nei giovani la cultura agricola e della tutela del verde pubblico, di salvaguardare la tutela ambientale dei parchi e del verde, di “non dimenticare” i progetti di riqualificazione per i quartieri a ridosso delle aree in comodato d’uso e, infine, di prevedere ogni forma di controllo per assicurare il rispetto dell’ambiente.
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