È parsa davvero liquidatoria la posizione del sindaco Ignazio Marino, in conferenza stampa poche ore fa, nei confronti del suo assessore ai trasporti Guido Improta. Non solo un assessore, ma un fidato consigliere del major e un uomo di mondo, ovviamente di quel mondo dei poteri che contano. Perché il sindaco, che quando è alle strette non guarda in faccia nessuno, subito dopo aver detto che il piano di risanamento di Atac non aveva raggiunto i risultati sperati, ha aggiunto testualmente «di aver chiesto» all’assessore «di formalizzare le sue dimissioni» presentate poco tempo fa. Che se non è un ben servito è qualcosa di molto simile.
LA VERSIONE DI IMPROTA – Solo che il napoletano Improta, già sottosegretario di Governo ai trasporti, non è tipo che si fa mettere da parte come un maggiordomo e così ci racconta la sua versione dei fatti. Intanto precisando che le dimissioni le aveva formalizzate già il 22 giugno e di essere rimasto al suo posto per l’insistenza del commissario Pd Matteo Orfini e dello stesso sindaco. Situazione di stallo che comunque non gli ha impedito di condurre la trattativa tra Atac e le Organizzazioni Sindacali «per un accordo senza precedenti sulla produttività». Non solo, ma chiarisce che solo poco prima della esternazione di Marino, aveva partecipato alla riunione di Giunta per l’assestamento di bilancio nella quale «si è proceduto all’accantonamento delle somme da destinare al finanziamento degli interventi che saranno necessari…». Il sindaco avrebbe avuto quindi la possibilità «di far concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta di aver maturato la decisione di sostituirmi». Invece Ignazio «ha preferito abbandonare la riunione prima della sua conclusione e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato».
IL CDA ATAC – Non solo, secondo Improta il sindaco sta tentando «in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell’assessore e del Consiglio d’amministrazione di Atac». Poi ricorda che il Cda di Atac «è formato da due ottimi dirigenti», uno dei quali è l’amministratore delegato Broggi, e ne difende l’operato affermando che «sono faticosamente venuti a capo di una situazione economico-finanziaria molto complicata». Senza contare che il benservito del cda, “sconcertante e incomprensibile”, se avvenisse prima dell’approvazione del bilancio consuntivo 2014, condannerebbe Atac «al Commissariamento e la politica ad una sconfitta di proporzioni colossali».
LE “MISTERIOSE” RAGIONI DI MARINO – Fatte salve le rimostranze dell’assessore non si riesce comunque a comprendere le ragioni delle sue dimissioni. Tanto che ora rischia di uscire da questa vicenda come uno dei maggiori responsabili del disastro. Un precedente che renderà molto difficile al funambolico sindaco trovare un sostituto disposto a far da capro espiatorio per lui in un futuro incerto.
(video Agenzia Dire)
[form_mailup5q lista=”campidoglio”]