È fatta o almeno pare. L’on Marco Causi dovrebbe essere il nuovo vicesindaco e assessore al Bilancio. Una scelta fortemente voluta dal presidente del Pd e commissario romano Matteo Orfini nella sostanziale indifferenza di Matteo Renzi che attende solo di vedere come vanno a finire le vicende romane.
FANTASIE – L’uomo che governò il bilancio del Comune dal 2001 al 2008 con Veltroni si era per un certo tempo schernito affermando che il suo nome in giunta era frutto solo di “fantasie” giornalistiche, ma la rassicurazione di mantenere il suo seggio alla camera lo deve aver convinto ad affrontare la perigliosa impresa dei conti capitolini. Dove ci hanno lasciato le penne prima il Magistrato contabile Daniela Morgante e poi l’esperta dell’Associazione dei Comuni Francesca Scozzese, entrambe in contrasto con la linea di Marino che è quella di continuar a pompare soldi dal Governo sforando il patto di stabilità.
SALVA ROMA – Patto che vale per tutti, anche i grandi comuni, ma non per Roma visto che è la Capitale che è stata salvata l’anno scorso con i 400 milioni del cosiddetto “Salva Roma”, più 120 di extracosti e infine altri 400 attesi per il Giubileo. Senza contare i 180 milioni erogati dalla Regione per Atac e altri 300 promessi.
Una voragine che potrebbe anche inghiottire le nobili intenzioni di Causi con il prossimo bilancio del 2016 dal quale la stessa Scozzese, viste le premesse, ha pensato bene di prendere il largo per non trovarsi a dover entrare in rotta di collisione con il Governo.
Ma Causi, nel ruolo di vice sindaco, potrebbe avere una carta in più da giocare quale longa manus dello stesso Orfini e del Pd nazionale. In fondo Ignazio abbozza anche perché sa benissimo che quel partito non ha alternative e tanto meno intende affrontare una competizione elettorale che al momento(dai sondaggi) consegnerebbe il Campidoglio al Movimento 5stelle.
LA PECETTA – Insomma, non si può dire che Causi sia proprio una scelta di rinnovamento tanto più che sino all’altro ieri il sindaco non risparmiava accuse anche alle amministrazioni di Rutelli e Veltroni. Osteggiato dal quotidiano di Caltagirone che nel 2008 aveva occhieggiato con interesse ad Alemanno, Causi potrebbe anche rappresentare, nel suo duplice ruolo, la tradizionale pecetta per reggere la situazione almeno sino a quando non si profilino nuovi scenari. Non a caso si sono defilati altri esponenti del Pd quali il senatore Tocci e l’onorevole Meta che hanno rifiutato di imbarcarsi nell’avventura capitolina.
SEL SE LA DÀ A GAMBE – Manca ancora il nome dell’assessore alla mobilità e i vendoliani sbattono la porta con le seguite motivazioni: «Non siamo soddisfatti dell’incontro. Allo stato attuale siamo fuori dalla giunta e proporremo questa linea agli organi dirigenti del partito. Noi continuiamo a servire e ad amare Roma, anche in Consiglio comunale, e le poltrone le lasciamo al monocolore del Partito democratico, che se ne dovrà assumere la responsabilità». Un viatico poco promettente per il non più giovane Causi che a dir suo ha accettato «solo per spirito di servizio».
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