Fra i tanti fallimenti delle società pubbliche romane anche Eur Spa avrebbe dovuto portale i libri in tribunale qualche mese fa, ma si è corso ai ripari tentando di vendere qualche gioiello di famiglia. E’ pur vero che questa volta Ignazio Marino e la sua amministrazione c’entrano ben poco perché la società è partecipata al 90% dal Mef e al 10% da Roma Capitale. Eppure Eur Spa era divenuta un caposaldo di Alemanno tanto che già nel luglio 2008 ci piazzò un camerata di assoluta fiducia quale Riccardo Mancini che dovette poi mollare la presa per le tangenti sui 48 filobus della Menarini che avrebbero fruttato una “tangentina” di oltre 700 milioni.
Ma il passato è passato e seguono mesi di “tira e molla” con l’intervento del ministro Dario Franceschini contrario alla vendita di edifici storici quali il museo Pigorini e il Colosseo quadrato. E’ a questo punto che vengono nominati i commissari giudiziari. Del concordato preventivo rimaneva con la possibilità di vendere quattro palazzi all’Inail. Oggi, proprio dai commissari è arrivata la doccia gelata perché la vendita non è “assistita da garanzie e risulta condizionata all’omologa da parte del Tribunale”. Crolla così la colonna portante del piano di ristrutturazione depositato in Tribunale da Eur Spa il 25 giugno.
La decisione finale spetterà al giudice della sezione fallimentare che, ad ogni modo, non potrà non tenere conto di queste valutazioni. I commissari già il 24 giugno scorso avevano bocciato una serie di azioni di Eur Spa presieduta da Pierluigi Borghini peraltro prossimo alla dipartita per il necessario rinnovo del Consiglio di Amministrazione. Si dice anche che l’Ad Gianluca Lo Presti potrebbe addirittura venir promosso assumendo anche l’incarico di Presidente del cda. Fu proprio lui che alla richiesta del giudice Miccio il 18 giugno scorso circa l’istanza presentata da Eur Spa per accendere un finanziamento col Mef di 36 urgentissimi milioni, propose la cessione del Palazzo della Scienza Universale, di quello delle Arti e Tradizioni Popolari, del Palazzo Mostra dell’Autarchia e del Corporativismo e del palazzo Mostra dell’Agricoltura e delle Bonifiche.
Ed è proprio su questa proposta che piomba l’altolà dei commissari i quali, dopo aver esaminato la documentazione, constatano che l’offerta risulta espressamente “condizionata alla preventiva omologa (autorizzazione finale ndr) da parte del Tribunale sull’accordo di ristrutturazione e del concordato preventivo”. Per di più l’offerta di acquisto non è assistita da garanzie da parte dell’Inail. Quindi addio finanziamento del Governo, e allora? Secondo i commissari questa situazione comporterebbe la sospensione dei lavori di realizzazione della Nuvola e la “necessità di indire una lunga procedura di riaffidamento dei lavori” con “un probabile aggravio dei costi di completamento, anche in considerazione della notevole complessità progettuale dell’opera ….”
Inoltre l’operazione verrebbe sostenuta solo da Eur spa che non è in grado di far fronte agli oneri derivanti dal contratto con Condotte spa per il completamento dell’opera. Ma Eur Spa si difende e afferma che le osservazioni dei commissari sono superate dai fatti perché il 16 luglio il Tribunale di Roma ha autorizzato la società a perfezionare l’operazione di finanziamento. Quindi il 24 dello stesso mese ha sottoscritto l’accordo per il finanziamento con il MEF per oltre 36 milioni che saranno erogati dopo l’omologazione (che evidentemente non c’è ancora) dell’accordo di ristrutturazione “depositato in Tribunale unitamente alla fattibilità delle operazioni di cessione immobiliare”. Nessuna parola invece sulla mancanza di garanzie da parte di Inail per l’acquisto degli immobili. Va sottolineato che l’agenzia di stampa Dire, che ha dato la notizia, si è limitata a riportare fedelmente quanto dichiarato dai commissari stessi.
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