Atac, gara bus deserta: ed Esposito li vuole affittare dalle altre città

Ancora incerta la sorte della gara per i 700 nuvi bus, i primi cento dei quali promessi per gennaio

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Era il 15 Aprile 2015, alle ore 12:38 quando il consiglio di amministrazione di Atac approvò la gara per l’accordo quadro d’acquisto in leasing di 700 nuovi bus. In particolare, il CdA deliberò l’autorizzazione ad indire una gara per l’affidamento di un Accordo Quadro per la fornitura in Leasing di autobus a trazione diesel da 12 e 18 metri, fino ad un massimo di 700 mezzi. L´accordo quadro della durata di 4 anni con un leasing di 10 anni veniva articolato in più contratti applicativi. «Già – recitava il comunicato Atac – con il primo contratto applicativo si prevede la fornitura di circa 300 bus, i primi 100 dei quali potranno andare in servizio già dal prossimo gennaio 2016, quindi utili al miglioramento del servizio in occasione del Giubileo».

Ma, come spesso accade, fra il dire e il fare….Così apprendiamo dalle gazzette che il neo assessore ai trasporti e ancora (a quanto ci risulta) vice presidente della commissione trasporti del Senato, sen. Stefano Esposito ha avuto una brillante idea. Quella di far circolare in città tra i 70 e i 100 bus delle municipalizzate dei trasporti di Torino (che non poteva mancare data la provenienza geografica e di collegio del neo assessore), di Milano, Bologna e Trieste che verrebbero affittati ad Atac per un anno a circa un milione. Mezzi che circolerebbero ovviamente con i brand delle rispettive aziende cittadine dando un tocco di italianità solidale a tutta l’operazione. Addirittura il fantasioso Ignazio Marino sarebbe stato disponibile a metterne in circolazione bus usati presi in prestito da Bari, suscitando le perplessità di Esposito che all’usato sicuro non ci crede.

Ma quel che più conta è che a distanza di 5 mesi dalla decisione del cda Atac la gara per i 700 nuovi bus è andata deserta senza candidati e prorogata già due volte. A settembre dovrebbe chiudersi ma, se anche tutto andasse per il verso giusto, i primi 100 nuovi mezzi alimentati a diesel, lunghi 12 e 18 metri, non sarebbero su strada prima di marzo. Un ottimismo tutto da verificare, perché come da noi pubblicato prima delle ferie, non solo i possibili fornitori non si fidano della solvibilità di Atac, ma le stesse banche che dovrebbero finanziare l’operazione ne stanno alla larga.

Evidentemente lo stratagemma contabile di inizio agosto che ha salvato Atac dal fallimento non convince chi di finanza se ne intende davvero. Si ricorda infatti che il Comune verserà nelle casse Atac 40 milioni di euro cash, più 140 milioni derivanti dal valore stimato di 18 treni Caf, già in funzione nelle due linee della metropolitana cambiando solo la loro proprietà che passerà dal Comune ad Atac. Trucco mal digerito dal collegio dei revisori dei conti e giustificato dal neo assessore al bilancio Causi, proprio mentre Marino proclamava a destra e a manca l’intenzione di cedere il 49% delle quote Atac. Ma il Giubileo bussa alle porte e certe iniziative, sia pur originali, rischiano di cadere nel baratro della improvvisazione.

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