Ha sicuramente ragione l’assessore alla legalità Alfonso Sabella quando afferma «non rinuncio alle ferie per un funerale cafone» riferendosi allo show dei Casamonica al Tuscolano. Tant’è vero che ieri alla conferenza stampa del Prefetto Gabrielli c’era il vice sindaco Causi in verità un pò spaesato, ma comunque rappresentativo. Quindi se il magistrato rivendica un sacrosanto diritto del quale ha usufruito ogni anno per un mese e mezzo prima che il Governo Renzi tagliasse quei 15 giorni di ferie che tanti malumori ha suscitato fra i suoi colleghi, altro discorso merita il sindaco, oggi massacrato dai grandi quotidiani, perché all’estero in alcuni momenti critici della vita della Capitale.
Che la faccenda stia prendendo una brutta piega mediatica, se ne sono accorti i suoi più fidi collaboratori (Sabella escluso) che gli stanno facendo un discreto pressing perché ritorni al più presto dalle Bahamas (come scrivono gli informatissimi giornaloni). In verità la presenza del sindaco paladino della trasparenza e della legalità, non avrebbe spostato di una virgola quanto detto e scritto a fiumi in questi giorni su quei funerali. Un problema di ordine pubblico che tutto sommato di ordine pubblico che Gabrielli ha chiarito ieri ai media. Anche se non è passata inosservata la sua battutina (fra compiacenti risolini dei cronisti in sala) sul fatto che quando manca Ignazio a Roma succede sempre qualcosa, ma non è detto che invece quando c’è lui non succeda nulla di rilevante perché nella Capitale ogni giorno ne spunta fuori una nuova.
Semmai è la vocazione del sindaco per i viaggi all’estero che può suscitare perplessità. In fondo se ne poteva andare a Sabaudia o Capalbio dove anche i vip ci stanno volentieri. Ma in Marino, che si ritiene prima ancora che romano (e infatti non lo è) uomo del mondo, recarsi all’estero rappresenta una boccata d’ossigeno di fronte al soffocante e ‘corrotto’ (nell’accezione poetica) clima capitolino. Per giunta siamo convinti che talora le spese di viaggio se le paghi da solo ed eviti le note a piè di lista, ma ormai dei suoi viaggi all’estero si è perso il conto. Vediamo di elencare (senza malizia alcuna ma per dovere di cronaca) questi suoi questi “trips” dalle motivazioni più disparte.
Si comincia il 4 dicembre del 2013 quando il sindaco si assentò da Roma per un importante convegno medico in Turchia. Appena tornato, dal 10 al 12 dicembre viaggia tra New York e Washington alla ricerca di investimenti per Roma. Il 21 gennaio 2014 si reca al World Economic Forum di Davos insieme ai sindaci delle più grandi città del pianeta per illustrare ai potenti della terra «la “ricetta” contro la disoccupazione giovanile…» Tempo di posare il “luggage” e dal 12 al 14 marzo corre a Parigi per incontrare l’allora sindaco Delanoe, ma anche per tentare di ammorbidire i vertici di Gaz de France “incazzati” per le vicenda Acea. Il 27 marzo, dopo aver salutato un Obama frettoloso sotto la scaletta del«Air Force One», vola in Arabia Saudita per chiudere un accordo con la famiglia reale per «una lunga e proficua collaborazione sulla conservazione dei beni culturali della Capitale».
Ma il 7 aprile (sempre del 2014) è già a Madrid per partecipare allo Smart City Foro de la Nueva Ciudad dove illustra i suoi progetti per la Capitale. Il 21 agosto 2014 una delegazione romana guidata dal sindaco va a incontrare «il presidente della Roma, James Pallotta per la costruzione dello stadio». Il 15 settembre Marino è a San Francisco» alla ricerca di finanziatori per i beni culturali del Comune di Roma. Finanziatori che però non si vedono ancora. Il 13 novembre se ne va a Londra per una conferenza organizzata dall’Economist, autorevolissimo periodico britannico. Quindi, nel dicembre 2014 fa una “visita privata” di due settimane negli Stati Uniti, forse perché dire “vacanze” pareva brutto. La ‘visita’ finisce male, perché il sindaco si lacera i legamenti di una gamba presso una località sciistica.
Ancora zoppicante il 5 febbraio 2015 vola a Parigi per incontrare il sindaco della capitale francese ed esprimere solidarietà alla redazione di Charlie Hebdo. Tre mesi più tardi Marino è avvistato a Philadelphia. L’occasione è il ritiro di una laurea honoris causa in un ateneo locale. Ma non finisce qui perché il 12 giugno parte per Londra dove incontrerà l’ad di “Google Art”: al centro della riunione la digitalizzazione delle opere d’arte conservate nei sotterranei. Forte della sua e spesso vantata conoscenza dell’inglese non esita ad affrontare le più disparate platee con quel pizzico di narcisismo che lo solleva dalle miserie romane. Chierico itinerante fra noi comuni stanziali.
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