Comune di Roma, ennesimo flop per la gara sui 700 bus Atac

A garanzia dell'operazione interviene l'assessore Esposito che, tuttavia, si contraddice

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Si profilano seri problemi per la mobilità giubilare. Lasciamo perdere le boutade sul grande raccordo anulare per le bici che il senatore e assessore Stefano Esposito ha bocciato senza guardare in faccia alla passione “pedalatoria” del sindaco. Stiamo parlando di qualcosa di ben più importante che riguarda il 25% dei (pochi) romani che si affidano al mezzo pubblico e di alcuni milioni di pellegrini e turisti circolanti per l’Urbe. L’altro ieri il vicesindaco on. Marco Causi si era presentato in audizione alla Commissione Bilancio per parlare di Giubileo, ma confermando la notizia che Cinquequotidiano pubblica ormai da mesi: “Ancora fino a metà agosto nessuna offerta era stata presentata alla gara per i 700 autobus”.

Ma soprattutto ha aggiunto: “ancora oggi nessuna offerta è arrivata, però la gara si chiude il 10 o l’11 e noi speriamo che nella nuova condizione, con il contratto di servizio firmato, ci siano aziende, anche grandi europee e nazionali, che a questo punto, sappiamo, stanno lavorando per presentare l’offerta”. Ebbene, anche questa gara, nonostante il contratto di servizio firmato, è andata deserta. Come abbiamo tentato di spiegare più volte per partecipare alla gara le banche devono essere disponibili al finanziamento del leasing per i bus e sino ad oggi nessun istituto di credito si è reso disponibile a finanziare l’operazione. Infatti, ammette il vicesindaco “dato che si è scelto che questi nuovi autobus li compriamo in leasing, una ditta costruttrice di autobus per partecipare ad una gara di leasing ha bisogno di una fideiussione bancaria”.

Una fideiussione che spaventa imprenditori e istituti di credito tale da classificare Atac a livello di credibilità Junk, come si suol dire per i titoli azionari, spazzatura. Oggi Atac fa sapere che “a seguito dell’esito manifestatosi, avvierà tempestivamente una nuova gara, prevedendo una rimodulazione delle quantità richieste e dei tempi di fornitura, al fine di intercettare le disponibilità del mercato”. Cosa vuol dire, che anziché 700 in 4 anni i bus diverranno 50 maledetti e subito? Ma nemmeno per sogno, perché Esposto da Moncalieri si ‘rammarica’ che la gara indetta sia andata deserta “nonostante gli sforzi straordinari messi in campo per garantire la ricapitalizzazione dell’Azienda e le risorse necessarie per il Contratto di Servizio”.

E assicura che “a questo punto, in considerazione della volontà di Atac di procedere all’indizione di una nuova gara, garantirò la mia personale attenzione sulle modalità dell’acquisto, con l’obiettivo di avere questi 700 nuovi mezzi nel più breve tempo possibile”. Salvo pochi minuti dopo aggiungere, con improvvisa risipiscenza, “di procedere all’indizione di una nuova gara con quantità dei mezzi e tempi ridefiniti”. Il che lascia presupporre che gli autobus stavolta saranno meno dei 700 previsti. In ogni caso non sappiamo se la ‘personale attenzione’ di Esposito convincerà le banche a superare le diffidenze rispetto ad un’azienda che ha oltre un miliardo di debiti, ma forse qualcuno (il governo?) ci metterà una pezza. Eppure i consueti proclami di Ignazio Marino e del dimissionato assessore Guido Improta assicuravano che i primi 100 bus avrebbero dovuto essere attivi già dal gennaio 2016 “in tempo per migliorare il servizio in occasione del Giubileo”. A riprova che la politica degli annunci non paga perché alla fine tutti si accorgono che il re è nudo e ridono. Ridono amaramente e tanto.

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