Migliaia di turisti in attesa e delusi davanti ai monumenti simbolo della capitale d’Italia. Ministri e politici che dalle scrivanie gridano nei comunicati e sui social network all’ennesimo scandalo rimettendo in discussione la legge sul diritto allo sciopero. Questo lo scenario agli occhi del mondo per un’assemblea di tre ore proclamata ieri dai lavoratori del Colosseo e dei siti archeologici che chiedono da mesi il pagamento degli straordinari. Una polemica di proporzioni europee che ha tirato in ballo sindaco e presidente del Consiglio.
L’IRA DEL MINISTRO – Ad alzare il tiro è stato per primo il ministro della Cultura Dario Franceschini che ha battuto i pugni sul tavolo annunciando dei provvedimenti. «La misura è colma – ha detto il rappresentante del Governo. Ora basta. Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo – ha aggiunto – proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo. Il buonsenso nell’applicare regole e nell’esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese – aggiunge. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il presidente Renzi che al Consiglio dei ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali».
LICENZIAMENTI ? – Insomma, anche per musei e aree archeologiche potrebbe presto intervenire il prefetto precettando lavoratori e sindacati. Ieri c’è chi si è spinto più in là prospettando addirittura un licenziamento dei lavoratori. È la posizione di Gianfranco Librandi di Scelta Civica, che ha chiesto al sindaco Marino «di valutare tutte le conseguenze disciplinari del caso, anche l”ipotesi del licenziamento per chi avesse abusato dei diritti sindacali».
LA DIFESA DEI LAVORATORI – D’altra parte i dipendenti hanno spiegato le proprie ragioni reclamando il pagamento di tutti gli straordinari. «Il personale – ha spiegato il soprintendente per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti – è rientrato nelle sedi di servizio dopo l’assemblea sindacale e tutti i siti hanno riaperto. L’informazione sulla convocazione per questa mattina (ieri ndr) dell’assemblea sindacale era stata data attraverso la stampa, e anche con messaggi affissi nelle sedi e, per esempio proprio al Colosseo, anche con messaggi vocali multilingue. L’assemblea – ha spiegato Prosperetti – è stata fatta per una preoccupazione dei lavoratori per il fatto che l’amministrazione centrale, e non solo a Roma, non sta pagando con continuità le indennità per le aperture straordinarie nel corso dell’anno».