Ama, le ipotesi di privatizzazione e lo stop ai licenziamenti di Parentopoli

Raccolta, smaltimento e trattamento sono il vero affare per i privati

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Mamma li turchi! Ama ai privati, ed è subito un levar i scudi di parte del Pd e di Sel, oltre che dei sindacati, per i quali, tradizionalmente, ciò che è pubblico tale deve rimanere sino al definitivo dissesto. In verità, quello che Marino ha in mente è qualcosa di ben diverso dalla temuta privatizzazione “epocale” (come è solito dire enfaticamente) che tanto prima o poi dovrà pur avvenire se le municipalizzate non vorranno fallire.

LA PRIMA IPOTESI – Infatti, secondo il Messaggero, le ipotesi in campo sono diverse. Perché l’affare sarà davvero ghiotto quando il Consiglio di martedì approverà il nuovo contratto di servizio con Ama che prevede 11 miliardi fino al 2030. La prima ipotesi sarebbe quella di cedere il 40% della municipalizza ai privati che apportino capitale fresco per la gestione degli investimenti sul ciclo industriale. Interessate alla partnership, sia pure minoritaria, altre multiutility del nord e grandi gruppi francesi e tedeschi. «I privati? Non sono un’eresia» aveva detto Ignazio Marino consapevole che il core businnes non sta nello spazzamento per il quale Ama incassa 715 milioni annui, ma nella raccolta, lo smaltimento e il trattamento che richiedono la realizzazione di nuovi impianti. Così le 1.800.000 tonnellate di spazzatura l’anno dei romani si trasformano in un vero e proprio tesoro che davvero interessa ai privati.

LA SECONDA IPOTESI – L’altra ipotesi è quella di creare una nuova compagnia di cui farebbero parte Ama in maggioranza e i privati. Per l’operazione già si fanno i nomi di Hera (Emilia-Romagna) che ha già rapporti con Ama per il trasporto dei rifiuti al nord o Iren (Genova, Parma, Piacenza e Torino), ma non si escludono gruppi francesi e tedeschi. La partita dovrà essere chiusa fra sei mesi entro i quali verrà indetta la gara.

IL CASO PARENTOPOLI – Nel frattempo potrebbe sfumare nel nulla la Parentopoli di Ama perché l’azienda frena sui 41 dipendenti da licenziare a causa delle assunzioni “allegre” di Panzironi. Infatti dopo la sentenza di primo grado sulla Parentopoli che condannò l’ex ad Franco Panzironi (attualmente detenuto per Mafia Capitale) e alcuni dirigenti i (tra cui Gian Francesco Regard, capo dell’ufficio legale, che retrodatò le assunzioni dei 41), Il sindaco voleva, anzi, proclamava licenziamenti. Ma come spesso accade per i proclami del Marziano, va tenuto conto che la sentenza di primo grado non ha dichiarato nulli i contratti sottoscritti, quindi per il tribunale quei contratti sono ancora validi perché nessuno dei 41 assunti era colpevole e consapevole dell’assunzione retrodatata. Si profilerebbero così una marea di ricorsi probabilmente vincenti e con tanto di obbligo di riassunzione. Per l’ad Daniele Fortini è chiaro che «se dovessimo perdere saremmo anche costretti a pagare un risarcimento, con la Corte dei Conti potrebbe aprire un faro per danno erariale». Poi tanto per attenuare lo smacco la butta sul sociale «Qui, comunque, si parla di persone, famiglie, mutui. Prima di cacciare qualcuno ci pensiamo». Perché tutti teniamo famiglia. Chissà se i soci subentranti la penseranno come lui.

 

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