Dopo quella del dicembre 2013 è questa la seconda Giornata della Trasparenza, prevista dalla legge, organizzata in aula Giulio Cesare alla presenza del sindaco Ignazio Marino e di numerose istituzioni e associazioni. Da allora mafia capitale ha stravolto tutto, riportando al centro dell’azione amministrativa legalità e trasparenza del Comune tanto da nominare un assessore ad hoc, unico in Italia.
LE INIZIATIVE – Così Alfonso Sabella ha presentato un elenco di iniziative che prevedono il potenziamento delle misure di prevenzione su appalti e contratti, penali per i ritardi, rotazione dei dirigenti comunali, intensificazione dei controlli sul territorio. Inoltre una piattaforma online dedicata sarà alla segnalazione anonima di illeciti da parte dei dipendenti capitolini, una sorta di servizio di delazione on line sicuramente fra i primi in occidente. Il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità di Roma Capitale si fonda sulla triade monitoraggio, comprensibilità e innovazione. Inoltre l’aggiornamento di questo piano triennale è il risultato di una consultazione pubblica avvenuta tra febbraio e marzo tramite il portale istituzionale del Campidoglio, con la raccolta di proposte e osservazioni.
IL RUOLO DEI DIRIGENTI – Le novità non riguardano solo il settore dell’anticorruzione, soggetto peraltro al protocollo sottoscritto con l’Anca di Cantone, ma anche la trasparenza con precise responsabilità per i direttori apicali che dovranno adottare un severo sistema di misurazione dei risultati accertabile in ogni momento. I dirigenti oltre che giustificare le assenze dovranno fornire la loro la dichiarazione dei redditi e della situazione patrimoniale. Per Sabella, contrariamente all’etichetta mafia capitale da cui tutti, politici e media hanno attinto a piene mani, Roma non è una città mafiosa, ma una città corrotta. Un fenomeno, ha aggiunto «su cui si è fatto tanto, ma ancora troppo poco: da Tangentopoli a oggi tutta questa soluzione di continuità non l’ho vista, non ho visto soluzioni di continuità nell’importo complessivo delle mazzette.» La differenza rispetto a quello scandalo di ormai 23 anni, secondo Sabella è che le mazzette «si sono spostate dalla politica all’amministrazione e sono diventate tante di più. Per questo, ha proseguito «è fondamentale affinare le possibilità di rendere più complicata la vita ai criminali.» Senza considerare che al di là della corruzione, a livello nazionale si sono riscontrar 3 miliardi di euro di danni erariali «non causati da corruzione, ma da illegittimità degli atti.» Quindi occorre fare in modo che «corrompere e farsi corrompere in questo Paese non sia conveniente perché oggi il rischio che si corre è purtroppo ancora limitato.»
IL SINDACO – Nel suo interventi Ignazio Marino dopo aver ringraziato Sabella e il segretario generale del Comune Serafina Buarnè ha sottolineato che «entrambi vengono dalla cosiddetta prima linea, dalle terre in cui la Mafia cerca, da secoli, di imporre le sue regole e i suoi interessi.» Contraddicendo di fatto quanto affermato dal suo assessore su una Roma corrotta ma non mafiosa. Poi ha ribadito che i due documenti approvati dalla Giunta rappresentano il «vademecum del buon amministratore. » Non è più il tempo, ha aggiunto in cui «si tollerava, in cui si voltava lo sguardo altrove, non c’è un altrove, c’è solo una strada: quella della lotta, senza quartiere, alla corruzione e al malaffare.» Lanciato il bellicoso proclama Marino prepara i bagagli per il suo viaggio in Usa di mercoledì su invito del sindaco di Philadelphia suo amico, per partecipare il giorno successivo alla visita di Papa Francesco in quella città.