Non sono ombre da poco quelle che si addensano sullo stadio della Roma a Tor di Valle, almeno da quanto affermato oggi dall’assessore capitolino alla Trasformazione urbana, Giovanni Caudo durante un incontro con cittadini e associazioni alla Casa della città.
IL VERO PROBLEMA – Perché se è vero che l’imprimatur finale del progetto spetta alla Regione, l’assessore mette le mani avanti precisando che «nel trasferire il materiale alla Regione abbiamo elencato le carenze e lo abbiamo fatto con grande rigore». La decisione doveva arrivare già al primo di questo mese ma Caudo non è preoccupato perché un progetto complesso richiede i suoi tempi, tanto vale metterci un pò di tempo in più. Ma il vero problema, quello decisivo che potrebbe buttare tutto per aria, riguarda il trasporto pubblico verso lo stadio.
I TRENI – Soprattutto dopo il parere negativo espresso da Atac sul prolungamento della metro B dalla stazione Magliana a Tor di Valle. In proposito Caudo è stato molto chiaro: «La delibera sulla pubblica utilità dello stadio dice, tra le altre cose, che si può aprire se il 50% delle persone arriva con i mezzi pubblici. Quindi se non ci sono 16 treni l’ora per garantire il movimento di 20.000 persone, lo stadio non apre». A meno che il servizio venga svolto dalla Roma-Lido e la Regione si faccia carico di garantire i 16 treni l’ora su quella tratta.
IL POTENZIAMENTO – L’idea di potenziare la Roma-Lido era già nei fatti prima che Atac ribadisse il suo fermo no al collegamento fra Tor di Valle e la linea B della Metro che peraltro non reggerebbe il peso di tale traffico. Ma a quanto ci risulta dalle cronache dei quotidiani disagi, nemmeno la Roma Lido sta tanto bene. La faccenda, come al solito, si risolve mettendo mano al portafoglio.
Ma se lo stadio dovrebbe essere completato entro il 2018, avanziamo l’ipotesi che la Regione porti a termine quel project financing sulla Roma Lido cui era molto interessato un gruppo multinazionale francese. Qualcosa come 400 milioni di investimenti che devono ancora venir messi a gara. Può quindi essere che le necessità sportive sollecitino i tempi di questo progetto, al quale da ambienti capitolini sono venute zeppe e zappette. Non c’è tempo da perdere, soprattutto perchè gli investitori potenziali non ne hanno e i tifosi rischiano di andare allo stadio a piedi. Sempre che venga realizzato senza trasporti
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