Ama, i vendoliani si dividono ma non faranno mancare la maggioranza a Marino

Sulla delibera a Ama la sinistra è in difficoltà. Sel potrebbe astenersi al voto

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Poteva esplodere ma non è detto che avvenga. In fondo anche se con l’appoggio esterno i vendoliani restano pur sempre nella maggioranza che sostiene Ignazio Marino attualmente impegnato a cercar gloria e onori in Usa, che a Roma gli vengono sistematicamente negati.

Il fatto è che il rinnovo del contratto di servizio di Ama in Assemblea capitolina continua a dividere la maggioranza e rischia di creare spaccature pericolose per la tenuta dell’attuale amministrazione che campa in Consiglio, dove la maggioranza conta su una manciata di voti di differenza.

BRACCIO DI FERRO – Il nodo del contendere riguarda la possibile esternalizzazione ai privati di parte del servizi Ama, quantomeno di spazzatura delle strade. Anche se la decisione ‘epocale’ (coma usa dire Marino) riguarderà l’ingresso di privati nella municipalizzata, minimo al 40% del capitale. Su questo nodo i mugugni attraversano anche parte del gruppo Pd, di quelli più vicini al sindacato che vede come il fumo degli occhi ogni qualsivoglia ingresso di privati nella compagine societaria della municipalizzata. E con i sindacati la sinistra non può scherzare, se non altro perché rappresentano un bacino di voti decisivo.

ADDIO IN VISTA? – Alle grane di Sel si aggiunge oggi il possibile addio della consigliera Imma Battaglia che il sindaco non lo vuol proprio mollare, per senso di responsabilità, sa va çan dire, ma che mette in difficoltà le apparenti velleità barricadiere di Sel. Con un lungo pappone dato alle agenzie, denso di sensate considerazioni in pratica, Imma fa sapere che voterà a favore della delibera con un voto prezioso che comunque spacca le esigue forze di Sel che contano in aula Giulio Cesare solo 4 consiglieri (sempre che alla fine non votino si tutti compatti). Il capo gruppo Gianluca Peciola, impegnato a presentare il suo libro che non lesina critiche al sindaco, la butta sul politichese e dice che si sta approfondendo una materia, quella su Ama, e si aspetta che il Sindaco «assuma un ruolo politico proponendo alla sua coalizione (ma c’è ancora? ndr) un piano industriale all’altezza di una Metropoli come Roma». Che se non è aria fritta poco ci manca perché le intenzioni del sindaco sono più che chiarissime: affidare lo spazzamento delle strade ai privati ed entro sei mesi farli entrare (tedeschi o Hera di Bologna poco importa) nella compagine societaria della municipalizzata.

MOVIMENTI – Messa così la diatriba in Sel appare più come la sofferta discussione fra compagni di un collettivo che una roba seria. Eppure Sel la botta l’ha presa quando Orfini, commissario del Pd romano, impose come vicesindaco l’onorevole Causi, carico di vetusti riconoscimenti dell’era di Veltroni, a Luigi Nieri che bene o male era pur sempre stato l’assessore al bilancio regionale ai tempi di Marrazzo. E pensare che già sei mesi fa il suddetto Peciola, in camera caritatis, non risparmiava critiche al Marziano autoreferenziale e itinerante che oggi siede in Campidoglio. Evidentemente gli è bastato il libro perché la politica e le poltrone sono ben altra cosa. Ma fortunatamente per salvarsi l’anima e la faccia c’è sempre l’astensione. I tempi per la caduta di Ignazio non sono ancora maturi.

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