Atac, il giallo della lettera di dimissioni del dg Micheli

L'affondo del senatore Augello e la smentita della società dei trasporti romani

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Ormai è su tutti i giornali e noi lo avevamo anticipato sabato pomeriggio, ma risulterebbe davvero che il direttore generale di Atac, Francesco Micheli abbia presentato  una lettera di dimissioni al capo di Gabinetto di Marino,  dottor Fucito.

IL GIALLO DIMISSIONI – Questi avrebbe respinto le dimissioni, anche perché non può attribuirsi poteri che sono del sindaco, ma Micheli che non è un uomo di paglia, in attesa del ritorno del sindaco itinerante si è ben guardato dal ritirare la lettera e non si è presentato in azienda. La fonte di questa dettagliata esposizione è il senatore l’alfaniano Andrea Augello che di romane cose è molto esperto sin da tempi di Alemanno con il quale ha allegramente condiviso il potere capitolino. Ma evidentemente il senatore ha i suoi uccellini interni ad Atac e al Campidoglio pronti a fornirgli succosi bocconcini.

IL RETROSCENA – Quindi ci spiega su Facebook, immediatamente ripreso da alcuni giornaloni romani, che la causa delle dimissioni va cercata «nelle bravate dell’assessore Esposito: ieri l’ultimo scontro fra lui e Micheli è nato da una gaffe dell’assessore che su Twitter annunciava un blocco della Roma lido, a causa del furto del rame ad opera degli zingari, venendo subito smentito dall’azienda con un comunicato ufficiale, che spiegava come l’arresto fosse stato motivato da un banale guasto.» Fin qui quisquiglie dell’irrefrenabile assessore che sarebbe considerato fra i ‘giovani turchi’ di Matteo Orfini commissario del fatiscente Pd romano. Ma secondo Augello il core business del contendere starebbe nel  tentativo di Esposito «di imporre all’intero cda un capitolato di gara per l’acquisto dei nuovi bus comprensivo delle manutenzioni.» Un’idea assurda – prosegue Augello «visto che Atac ha di recente implementato i turni delle proprie officine.» Ma l’assessore di fronte alle resistenze di Micheli avrebbe  scritto una lettera al cda «piena di spropositi, rivendicando tra le sue deleghe la proprietà di Atac, che invece è ancora in capo al sindaco e, di fatto, ordinando per iscritto di procedere ad un appalto full service.»  Che Esposito, unto da Orfini, si atteggiasse a padroncino di ‘fabbrichetta’ dell’indotto ex Fiat, avevamo avuto sentore solo che sugli appalti pubblici, e non quelli di Marchionne, occorre andarci cauti. Così Augello, assurto a vestale della trasparenza, ha  già presentato un’interrogazione parlamentare e un esposto all’autorità anticorruzione.

IL CHIARIMENTO DI ATAC – “La notizia, diffusa da alcuni organi di stampa, secondo cui il direttore generale di Atac, Francesco Micheli, avrebbe presentato le proprie dimissioni al Gabinetto del sindaco è priva di fondamento. Il capo di Gabinetto, dunque, non ha ricevuto né respinto alcuna decisione”. E’ quanto comunica in una nota il Campidoglio.

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