La esibizione muscolare del Presidente del Consiglio, del Ministro dei Beni Culturali e del Sindaco di Roma verso i lavoratori del Colosseo che hanno osato indire un’assemblea per rivendicare un anno e mezzo di straordinari non pagati, con tanto di decreto d’urgenza per restringere i loro diritti sindacali, si sta rivelando un vero e proprio passo falso.
DOVE VANNO A FINIRE I SOLDI? Mentre fioccano esempi dalle altre capitali europee di scioperi e manifestazioni ben più estese e scomposte , qualcuno ha tirato fuori il vero scandalo di cui il Colosseo è il caso più emblematico. Quello su dove vanno a finire gli ingenti ricavi delle visite ai monumenti. Su Il fatto quotidiano sono stati pubblicati i dati che il Circuito Archeologico di Roma (Teatro Flavio – il “Colosseo” – Foro Romano e Palatino). Il percorso turistico più visitato d’Italia rende annualmente ai privati per la gestione dei servizi aggiuntivi (biglietterie, prenotazioni, bookshop, visite guidate etc) la somma di 9, 6 milioni contro il milione e 327 mila euro che vanno alla Soprintendenza. Una miniera d’oro che a Roma come nel resto d’Italia (grazie a una serie di proroghe e di ricorsi che hanno bloccato il nuovo bando) da anni è affidata sempre agli stessi privati. Nel caso del Colosseo, da 18 anni alla stessa Associazione Temporanea d’Impres di Mondadori Musei, il gruppo guidato da Marina Berlusconi e Coopculture, Legacoop. Un contratto di cui i magistrati della sezione di controllo della Corte dei conti del Lazio, nel gennaio 2014, avevano detto che “si dovrebbe ormai ritenere invalido perché in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza”.
NELLA MANI DI POCHI – E a dire la verità, anche il Ministro Franceschini aveva manifestato l’intenzione di porre fine a questo andazzo come riportato dal settimanale l’Espresso nel gennaio 2015. Qualche settimana dopo, in conferenza stampa il Ministro aveva presentato le linee guida per indire tre diverse gare d’appalto entro il primo semestre del 2015, ma a oggi però è partita solo la gara per i servizi gestionali (pulizia, facchinaggio e manutenzione). Le altre due, che andrebbero a modificare lo status quo dei privati, riguardano i servizi finalizzati allo sviluppo di specifici “progetti culturali” e alla migliore fruizione dei siti: noleggio audioguide; visite guidate; laboratori e didattica; spazi, eventi e mostre. A questi potranno accedere il MiBACT e gli Enti locali con differenti modalità di ingaggio”, ma si attendono” i progetti elaborati dai Direttori dei musei. I quali fra molte polemiche sono stati nominati solo poche settimane facendo slittare le gare alla prossima primavera.