Caos in Atac, il dg Micheli si dimette dal cda. “Vince” Esposito

A darne notizia è il senatore di Ncd Andrea Augello. Ma l'assessore Esposito smentisce

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Non sappiamo se il senatore Augello, che si avvale ancora di ottime fonti in Atac grazie al suo patronato ai tempi di Alemanno, ci azzecchi sempre, ma è certo che il Messaggero on line pubblica il suo post su Facebook. Dal quale risultano le dimissioni del direttore generale Francesco Micheli, fresco di nomina dopo l’investitura dell’ex assessore alla mobilità Guido Improta. Segue a ruota l’amministratore delegato Broggi che fu scelto due anni fa sempre da Improta e dimissionato da Marino senza tanti complimenti due mesi fa.

IL RUOLO DI ESPOSITO – Fra un dimissionamento e l’altro la spunta invece il nuovo assessore alla mobilità e senatore Stefano Esposito. Perché questo è il succo della vicenda, anche se sino a pochi giorni fa il vicesindaco e onorevole Marco Causi si sgolava per dimostrare che il padrone di Atac è Ignazio e non Esposito. Tornerebbero così in circolo le voci di un nuovo direttore generale della municipalizzata nella persona di un professore esperto di trasporti direttamente pescato, udite udite, del Politecnico di…Torino. Il che coronerebbe il sogno sabaudo dell’assessore di Moncalieri più loquace della storia amministrativa di Roma. Che cosa vinca poi con le poche idee che ha in testa è tutto da vedere. Soprattutto perché non basteranno le banalità degli annunci ancora senza seguito per rimettere in piedi, (quanto basta per il Giubileo poi si vedrà) una società sull’orlo della bancarotta che cambia i vertici al ritmo di uno l’anno. E continua ad accumulare perdite e debiti coperti dai soldi pubblici del Comune e oggi anche di quelli della Regione, sbloccati dopo anni da Zingaretti. Dal punto di vista strettamente politico è evidente che Esposito, almeno nelle intenzioni di Matteo Orfini, commissario unico e inamovibile del Pd romano, rappresenta la terza gamba, uno dei puntelli, del vacillante Ignazio insieme a Causi e al prefetto Gabrielli che gode dei favori di Renzi. Quanto poi alle esternazioni di Esposito è stato lo stesso Orfini ad affrermare che se il suo protetto esterna troppo e perché sui trasporto c’è molto da fare. Per cui il senatore è autorizzato ad intervenire, correggere, bacchettare e qualche volta insultare nei talk show, interviste, dichiarazioni ecc. che descrivono Roma a livello di Marrakesh e con l’aggressività tipica di chi fu a suo tempo ultrà della Juve.

IL DUBBIO – Come poi possa concretamente incidere un assessore che fa il politico di mestiere sulla gestione di una azienda complessa è tutto da vedere. Anche se la via normalmente praticata  dalla new age renziana è quella di mettere uomini di propria fiducia nelle postazioni chiave. Non resta che attendere gli sviluppi che verranno annegati in un mare di sofferti e ipocriti addii, pacche sulle spalle e inni ai subentranti con tanto di curricula e medaglie sul petto. Fino a scoprire che contrariamente a quanto affermato da Causi, Marino non è più padrone di niente. Nemmeno di farsi i viaggetti in santa pace.

LA SMENTITA DI ESPOSITO – «A noi non risultano, le abbiamo lette da Augello. Andate troppo dietro ai comunicati di quelli che hanno saccheggiato Atac. Comunque è facile, chiedetelo a lui», a dirlo è l’assessore ai Trasporti di Roma Capitale, Stefano Esposito, lasciando il Campidoglio al termine di un incontro con il sindaco Ignazio Marino, ai cronisti che gli chiedevano delle presunte dimissioni del direttore generale di Atac, Francesco Micheli. «Non andate dietro a gente come Aurigemma e Augello che hanno distrutto Atac e a cui interessa creare problemi», ha aggiunto Esposito.

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