Il nuovo sciopero dei trasporti mette in crisi la capitale. Chiuse la metro A e la metro B e traffico in tilt sulle principali arterie. Per lo sciopero Usb dei trasporti si salva solo la linea C che viaggia regolare; Cgil, Cisl, Uil, Sul e Faisa Cisal lo hanno invece rimandato su invito del prefetto Gabrielli. Stop alla Roma-Lido, corse ridotte sulla Roma-Viterbo e sulla Termini-Centocelle. L’Unione sindacale di base non ha firmato l’accordo e così molti lavoratori hanno incrociato le braccia. A rischio anche i bus fino alle 17 e dalle 20 alla fine del servizio, assicurata solo la fascia di garanzia. Pochi i bus in circolazione con cittadini e turisti rimasti fuori le metro “sbarrate” e a caccia di un taxi.
ECCO IL COMUNICATO UFFICIALE USB – «Confermato lo sciopero di 24 ore indetto dall’Unione Sindacale di Base per oggi, 2 ottobre, in tutto il trasporto pubblico della capitale (Atac e Consorzio Roma Tpl: bus, tram, metropolitana e ferrovie concesse) ed in Ama.
Nei trasporti lo sciopero rispetterà le consuete fasce di garanzia: inizio servizio/8.30 e 17.00/20.00». E’ quanto si legge in un comunicato dell’Usb (Unione sindacale di base).
«L’Usb, ricordando l’obbligo ad una corretta informazione in merito allo sciopero, ritiene scontato l’ennesimo differimento da parte delle altre sigle sindacali, che come al solito si sono accontentate delle parole dell’assessore ed hanno messo ancora una volta in secondo piano le tante ragioni della protesta dei lavoratori.
Già il 15 settembre scorso, in occasione della precettazione dello sciopero del trasporto pubblico romano, l’assessore Esposito aveva assicurato un tempestivo pagamento degli stipendi dei lavoratori di Roma Tpl. Ma ad oggi, 1 ottobre, ciò non è ancora avvenuto.
Quello degli stipendi costituisce peraltro solo uno dei tanti motivi alla base della protesta di domani, fra cui si ricorda il mancato pagamento di indennità contrattuali, la sicurezza delle vetture, e dunque dei passeggeri e degli autisti, di cui non c’è menzione negli incontri di questi giorni; il peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro.
La confusione che regna nella dirigenza dell’azienda e le voci sempre più pressanti sulla società in via di privatizzazione rafforzano le ragioni della protesta.
Confermata anche la manifestazione indetta per domani da numerose forze sociali e sindacali dalle ore 17.00 al Colosseo: per rompere la contrapposizione tra cittadini e lavoratori e difendere le aziende pubbliche dai tentativi di privatizzazione; difendere la dignità dei lavoratori dei servizi, salvaguardare le libertà sindacali e quelle democratiche, riportare al centro dell’agenda cittadina i problemi sociali, a cominciare da quello della casa».
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