Comune di Roma, Ignazio Marino resiste e gioca le sue carte

Voci ricorrenti dicono che il sindaco non vuol mollare l'osso e dispone di dossier da far impallidire tutto il Pd romano dal quale si sente tradito

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Primarie Pd Ignazio Marino
Primarie Pd Ignazio Marino

E se nonostante la stampa lo dia ormai per spacciato, il sindaco Ignazio Marino non si dimettesse? Basteranno le dimissioni annunciate dal vice sindaco Causi e dell’assessore alla mobilità, il loquace Esposito, a indurlo al fatale passo? Voci ricorrenti dicono che Ignazio non vuol mollare l’osso e dispone di dossier da far impallidire tutto il Pd romano dal quale si sente tradito. Persino da quel commissario cittadino del partito, Matteo Orfini che ci ha messo la faccia per lui con il presidente del Consiglio, astutamente convinto di poter guadagnare un po’ di tempo per andare a votare nel 2017 con un Pd minimamente credibile. Di questi giochi Ignazio, che non è un gaffeur ma un astuto politico, si era reso ben conto da luglio al momento del rimpasto di giunta, lasciando chiacchierare qualche assessore in vece sua e rendendosi impermeabile ai media all’attacco  per i suoi numerosi viaggi e per le sue note spese che rappresentano una vera e propria buccia di banana.

LA MINACCIA – Oltre ai dossier già minacciati in agosto dagli States quando annunciò di essere intento alla stesura delle memorie di Marino che fecero impallidire più di qualcuno a sinistra, il sindaco sa benissimo che se si andasse a votare nel maggio prossimo con Milano e Napoli, il Pd ha buone possibilità di perdere ed è su questa minaccia che lui si è sentito al sicuro. Sottovalutando però gli umori di Matteo Renzi che da tempo va prendendo le distanze dal chirurgo, ma che nel contempo non vuol lasciare la Capitale in mano ai grillini ad oggi favoriti dai sondaggi. Quindi niente di più probabile, data la tigna del personaggio che si ritiene casto e puro e considera i politici dei fannulloni, non sorprenderebbe la sua resistenza sul Piave, almeno sino a quando dovesse venir sfiduciato dall’assemblea capitolina. Evento questo cui Sel sarebbe ben disponibile e non da oggi. Ma Ignazio, che conosce l’animo umano e le sue bassezze, sa anche che i consiglieri della sua maggioranza già decimata dalle indagini, hanno scarsa voglia di lasciare le sudate poltrone per un futuro incerto.

IL PERSONAGGIO – Questo è il personaggio Marino, autoreferenziale ai limiti del narcisismo, autoconvintosi di essere il san Nicola che porterà Roma fuori dalle secche di mafia capitale grazie alla sua onestà. Se non fosse per le note spese non proprio irrilevanti, ma indispensabili per un personaggio internazionale come lui a contatto con il Gotha della finanza Usa. In fondo Ignazio è ancora convinto di tenere per le palle il Pd se non gli verrà garantita una via di uscita più che onorevole. C’era da aspettarselo quando Goffredo Bettini si inventò il Marziano alle primarie, come se lo era inventato nell’autunno del 2009 per la competizione alla segreteria con Bersani e Franceschini. Forse con il segreto intento di pilotarlo in qualche modo dopo gli esiti disastrosi della amministrazione Alemanno. Ma oggi la disaffezione della maggioranza dei cittadini nei suoi confronti certificata dai sondaggi, passa in secondo piano rispetto allo scontro con il Pd che, in verità non appassiona l’opinione pubblica. A  vantaggio del sindaco quella immagine del partito “pericoloso e cattivo” delineata dal rapporto del prof. Barca del quale Orfini si è ancora guardato bene dal trarre le conseguenze. E qui si apre la pagina relativa al commissario Orfini che ora si trova in prima linea nel confronto con il sindaco e probabilmente non sa bene ancora che pesci prendere. Se non far dimettere Causi ed Esposito già garantiti peraltro dal loro seggio parlamentare. Sicuramente verremo smentiti nelle prossime ore dagli eventi, ma quello di cui siamo certi è che Marino il suo libro tratto dagli appunti in verde dei suoi misteriosi quadernetti, lo pubblicherà. Dando così il suo contributo alla eventuale campagna elettorale. Un percorso periglioso perché chi di dossier ferisce qualche volta di dossier perisce.

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