L’11 dicembre Gianni Alemanno dovrà comparire dinanzi all’VIII aula Gup, presieduta da Nicola Di Grazia, per rispondere del reato di corruzione per avere favorito, secondo l’accusa, il clan di Buzzi e Carminati nell’assegnazione di alcune gare dell’Ama, fra le quali quella per la raccolta dei rifiuti multimateriale assegnata al gruppo Eriches-29 giugno. Un procedimento a sé che non è incardinato nel processone di Mafia capitale che è in corso a piazzale Clodio.
All’ex primo cittadino vengono contestate la nomina di Giuseppe Berti a consigliere di amministrazione di Ama e le ”pressioni” per permettere la nomina a dg dell’azienda di Giovanni Fiscon. Inoltre l’ ex sindaco viene accusato di avere messo a disposizione di Buzzi e Carminati i suoi uffici intervenendo perchè dal Comune fossero erogati finanziamenti a Eur S.p.A per pagare i crediti vantati dalle cooperative di Buzzi. Inoltre Alemanno è accusato di aver ricevuto, in accordo con Panzironi (che all’epoca dei fatti contestati era l’amministratore delegato di AMA), 75 mila euro per cene elettorali, 40 mila come finanziamento alla Fondazione Nuova Italia e altre somme in contanti non inferiori a 10mila euro.
Alla sbarra insieme all’ex primo cittadino compariranno anche Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Franco Panzironi e la sua segretaria, Nadia Cerrito, ai quali viene contestata anche l’aggravante dell’associazione mafiosa. Panzironi, attualmente detenuto, era stato arrestato nel dicembre scorso con la prima ondata di misure cautelati seguite all’indagine del procuratore Pignatone sul “Mondo di mezzo” e successivamente denominata “Mafia capitale”. L’ex Ad di Ama e la sua segretaria dovranno comparire anche al processo in corso come imputati.
Va ricordato che per Panzironi e Nadia Cerrito, nel dicembre scorso, il Tribunale del Riesame confermò il carcere e il reato di associazione a delinquere e corruzione con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa. Secondo il gip di Roma, Flavia Costantini, che firmò l’ordinanza di custodia cautelare, la presunta organizzazione mafiosa guidata da Buzzi e Carminati riuscì per alcuni anni ad “aggiustare e pilotare” gli appalti all’Ama. Mentre Panzironi, l’uomo di fiducia che Alemanno appena eletto pose alla guida di Ama, venne definito dal gip «garante dei rapporti dell’associazione con l’Amministrazione comunale negli anni 2008-2013, oltre che uomo a libro paga, capace di fornire uno stabile contributo per l’assegnazione di appalti pubblici e lo sblocco dei pagamenti.»
Tuttavia il mese scorso, a conclusione delle indagini preliminari, per l’ex sindaco era invece caduta l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. L’11 dicembre il Gup dovrà quindi decidere se rinviare a giudizio Alemanno per reati di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, anche se le indagini ancora in corso potrebbero portare ad ulteriori sviluppi della vicenda.
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