Forse è davvero ancora presto per parlare di candidature alla poltrona di sindaco per il Comune di Roma anche se c’è chi è già in campagna elettorale come l’imprenditore Alfio Marchini. Lui in ogni caso presenterà la sua lista civica del Cuore in attesa che gli schieramenti politici si schiariscano le idee. Eh si, perché sia a destra che a sinistra la confusione è ancora molta. Dritti come un fuso vanno invece i 5Stelle ormai convinti di avere la vittoria in tasca, almeno per il primo turno e che probabilmente sceglieranno fra uno dei quattro consiglieri eletti nella tornata elettorale del 2013. Se poi il candidato verrà scelto dalla ‘rete’ o nel’ assemblea degli iscritti è ancora tutto da vedere. A sinistra invece la nascita di Sinistra Italiana spariglia i giochi del Pd che anziché contare su un alleato fedele come fu Sinistra e Libertà, oggi si trova fare i conti con l’ipotesi di una candidatura Fassina che peraltro ha manifestato una certa apertura verso il Movimento di Grillo. Ma anche qui differenti sono le scuole di pensiero perché c’è chi come il vice presidente della Regione Smeriglio rimane aggrappato alla coalizione che oggi governa la Regione e chi invece vorrebbe gettare il cuore oltre l’ostacolo mettendo in serio imbarazzo il partito democratico commissariato da Orfini.
Tutto è legato alle decisioni del premier Matteo Renzi che potrebbe anche inventarsi un nome prestigioso sparigliando tutti i giochi romani. Escluso Nicola Zingaretti che non ha alcuna intenzione di abbandonare la Regione per lidi sconosciuti e perigliosi, negli ultimi tempi sono circolati molti nomi con incarichi nazionali. Non ultimo quello di Fabrizio Barca curatore di quella ricerca che rivelò tutte le magagne del Pd romano “pericoloso e cattivo”, come ebbe a definirlo. Che non è certo un buon viatico per scaldare gli animi già depressi dei militanti. Se Marchini gioca la sua partita rastrellando consensi a destra e mirando al ballottaggio, proprio qui a destra, si apre un grosso problema. Perché Giorgia Meloni, la fu pasionaria nera della Garbatella, non ha proprio intenzione di mettersi in gioco, rischiando di trascinare suoi fratelli d’Italia verso una sconfitta certa.
Con l’aggravante che il suo partito, o meglio molti dei suoi uomini, potrebbero venir identificati con la gestione Alemanno che non è certo un buon marchio di qualità. Ma da Forza Italia viene sussurata anche la candidatura del’ineffabile senatore Gasparri che già aveva fatto concorrenza a quella di Alemanno sino a poche settimane prima della designazione del camerata Gianni (allora del Pdl) freddamente sostenuta dallo stesso Berlusconi. Oggi il Messaggero, che se ne intende, sostiene che Marchini non dispiacerebbe nemmeno a una parte dei Fratelli che non è certo un assist vincente per l’imprenditore ‘senza partito’ ma che comunque si è sempre dichiarato fervente antifascista. Una cosa è certa: mentre gli altri partiti designeranno un candidato, il Pd dovrà vedersela anche con le primarie che Renzi vuole come garanzia delle regole statutarie.
La vera incognita rimane comunque quella maggioranza silenziosa di oltre il 50% di iscritti alle liste elettorali che alle ultime amministrative di Roma nemmeno si è presentata ai seggi. Particolare non di poco conto che tutti i partiti fingono di dimenticare convinti che, se per assurdo, andasse a votare solo il 20% degli aventi diritto un sindaco e dei consiglieri dovrebbero pur venire eletti. Quindi, chi se ne frega dell’astensionismo. Per quanto riguarda il Pd i consiglieri da mettere in lista il Kommissar Orfini ha promesso di ricandidarli tutti come premio a quella famosa firma collettiva che ha affossato Marino. Ma chi si fida?
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