Dopo Parigi, ora «tocca a Roma, Londra e Washington». E’ il sinistro proclama che accompagna su twitter le farneticanti celebrazioni dei sostenitori dell’Isis, per gli attacchi a Parigi. Hashtag #“Parigi in fiamme”. Una minaccia che fa seguito alle numerose che si sono susseguite solo nel corso di quest’anno. Per citarne alcuni esempi il 27 agosto «La Libia è la porta per arrivare fino a Roma» titolava la nuova campagna del terrore dei jihadisti d in Libia. Questi su Twitter pubblicavano una serie di immagini che mostravano la città eterna in fiamme sovrastata da una mappa della Libia dove campeggiava la bandiera nera del Califfato ed un combattente armato a lato. Il 7 luglio I militanti jihadisti avevano rilanciato le minacce verso l’Occidente, esortando alla conquista di Roma. In un e-book pubblicato dall’Isis, i terroristi esortavano i musulmani in Occidente a raccogliersi in “gang” per formare movimenti di jihad al “fine ultimo della conquista di Roma”. Lo riportava il sito di intelligence Site. Questi sono solo alcuni fa i numerosissimi proclami, spesso dalla dubbia autenticità, che dilagano sulla rete. Una vera e propria campagna che ha di mira la capitale della cristianità per il suo alto valore simbolico per i tagliagole che aspirano a una nuova guerra di religione contro l’Occidente. Se le minacce diffuse in rete hanno spesso solo un valore propagandistico e di reclutamento diretto soprattutto a frange giovanili islamiche che alimentano il flusso di foreign fighter in Siria e Iraq, quanto accaduto a Parigi dimostra che miliziani addestrati sono in grado di Colpire ovunque. Una situazione ben presente ai vertici della sicurezza Nazionale, che suscita fondati timori soprattutto per la Roma Giubilare. Il 31 agosto 2015 prefetto Franco Gabrielli nel corso della visita alla sala operativa del Numero Unico Europeo 112 aveva parlato delle priorità che la città deve affrontare per l’imminente Giubileo e del terrorismo internazionale: «Questo é il Giubileo ai tempi dell’Isis, di una radicalizzazione quasi epocale, e quindi dobbiamo affinare quanto più possibile i nostri strumenti. Se voi pensate che lo diciamo per scaramanzia vi sbagliate: noi pensiamo che quella del terrorismo internazionale sia una minaccia concreta e reale. Ma come tutte le minacce non vuol dire che dobbiamo chiuderci. Dobbiamo attrezzarci in modo che la minaccia non si concretizzi in modo negativo». E il 18 ottobre non negava la preoccupazione sulla sicurezza nella Capitale nella celebrazione dell’Anno Santo affermando: “Non possiamo dire che siamo tranquilli come anni fa, sarebbe una bugia“. Bene, si sta allerta, ma una volta impiegati i 200 milioni stanziati dal Governo vediamo ora quali sono le misure di ordine pubblico già decise. Sul sito aggiornato del Ministero dell’interno si legge del «piano per rafforzare il livello di sicurezza dei luoghi più interessati dagli eventi giubilari, aumentando anche il livello di percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Il programma di potenziamento delle Forze di Polizia, varato nel corso del Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica, prevede sia nella Capitale che nelle altre città interessate». Nello specifico l’assunzione straordinaria di 2.500 unità delle Forze di Polizia (1.050 Polizia di Stato, 1.050 Carabinieri e 400 Guardia di Finanza); l’assegnazione, già da questo mese di oltre 1.100 unità delle Forze di Polizia agli uffici operanti nell’area della Capitale (640 Polizia di Stato, 388 Carabinieri e 169 Guardia di Finanza). Ma alla luce dei tragici eventi parigini dove peraltro non si svolgevano eventi paragonabili al Giubileo, queste misure potrebbero sembrare insufficienti. Non è peraltro escluso che la minaccia terroristica limiti l’afflusso di pellegrini che già dalle prenotazioni alberghiere, non risulterebbe oceanico come trionfalmente annunciato. Infine la personalissima opinione di che scrive. Che l’estremismo islamico da almeno due o tre anni veda Roma come obiettivo è un dato di fatto, ma , ci chiediamo, i sacri palazzi vaticani erano consapevoli dei rischi che comporta un intero anno di sacre celebrazioni? Quanto alle ambizioni del leader di ottenere a Roma gli stessi risultati bell’Expo ci sarebbe molto da dire in termini di risorse investite e organizzazione. Ma stendiamo un pietoso velo.
[form_mailup5q lista=”campidoglio”]