“Questa mattina nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica abbiamo approvato il piano presentato dal questore del presidio di fatto di quasi tutte le fermate della metro A, B, C di tutti i nodi scambio e di tutte quelle situazioni che per aggregazione possono essere possibili obiettivi”. Così il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, in occasione dell’inaugurazione della sede del Numero Unico Emergenze.
“Stamattina ho detto chiaramente che non vorrei che questo sforzo fosse soltanto “Romacentrico” perchè abbiamo anche delle periferie alle quali dare ascolto e attenzione. Quindi faremo uno sforzo perchè la presenza dello Stato sia anche fattivamente percepita e in più è ovvio che c’è ne sarà un altro che non si vede e va compiuto sotto il profilo dell’investigazione e della prevenzione”. Nel dettaglio, il Comitato odierno ha “approvato la nuova ridistribuzione e implementazione delle forze dell’ordine che il Governo ci ha messo a disposizione e stiamo affinando, attraverso una più puntuale pianificazione, gli interventi sul territorio soprattutto in termini di sicurezza percepita”.
Il tema del rischio e della sicurezza reale dei cittadini è dunque priorità per le autorità locali e nazionali che hanno reagito immediatamente all’innalzamento dei livelli di attenzione. Lo stesso ministro dell’Interno Angelino Alfano in una trasmissione televisiva ha messo in guardia: “Roma e l’Italia sono esposte come Parigi. Se non èsuccesso fin qui niente in italia non significa che siamo a rischio zero. Noi il rischio zero non lo contempliamo”.
Il prefetto Gabrielli nel corso dell’inaugurazione della sede del Numero unico emergenze 112 ha pero voluto dare il giusto peso all’allarme. “Siamo consapevoli di essere dentro una minaccia ma questo non deve minimamente indurre in un atteggiamento di paura. Dobbiamo continuare a vivere la nostra vita sapendo che le istituzioni stanno lavorando in maniera molto seria e proficua perchè la condizione di vita dei nostri cittadini sia quanto più serena e tranquilla”.
Gabrielli ha comunque sottolineato che il rischio è ovunque e “anche chiudendoci in casa non saremmo al sicuro”. Per questo, ha aggiunto, “La risposta migliore è continuare a vivere come siamo abituati a fare, ponendo alla base i valori costituitivi di una società democratica e pretendendo che le istituzioni facciano tutto quello che è nelle loro capacità perchè questo rischio si riduca – ha aggiunto Gabrielli – Tutto il resto creerebbe un loop pazzesco in cui avremmo società chiuse in se stesse e che non vivrebbero più”. Il sistema di sicurezza di Roma è cambiato dopo gli attentati di Parigi? “La vicenda parigina – ha concluso Gabrielli – ci ha rifocalizzato su target prima considerati più marginali, ha aumentato esponenzialmente il novero degli obiettivi e ovviamente abbiamo dovuto rimodulare rispetto all’indicazione dei target tradizionali”.
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