Dopo l’interdittiva della Prefettura alla cooperativa Capodarco che le vieta di accedere agli appalti a seguito di un presunto coinvolgimento in mafia capitale, perché marginalmente coinvolta nelle indagini di Pignatone, domani dalle 9 alle 13 le rappresentanze sindacali della cooperativa hanno indetto un presidio assemblea dei lavoratori in Piazza SS. Apostoli per richiedere un incontro urgente con i vertici della prefettura allo scopo di ottenere garanzie per la continuità lavorativa. In un comunicato la storica cooperativa ribadisce «la totale estraneità della cooperativa al sistema emerso con Mafia Capitale». Inoltre l’interdittiva risulta una misura ingiustificata perché la cooperativa in merito ai sospetti sulla gara regionale per il Cup è «al di fuori da qualsiasi sistema spartitorio e anzi risulta vittima del gruppo di imprese facenti capo a Mafia Capitale». Quindi si chiede al Prefetto Gabrielli di ricevere nei prossimi giorni una delegazione dei soci, ma soprattutto di rivedere una decisione che preclude la possibilità di partecipare a gare pubbliche per la riconferma di attività già in corso e anche semplicemente di ricevere i pagamenti delle prestazioni già effettuate. Il consiglio della coop in carica, pur non avendo nulla da rimproverarsi nella liceità delle condotte tenute sull’intera vicenda, prosegue il comunicato «ha già dato la sua disponibilità a rassegnare le dimissioni seguendo quelle già presentate dall’ex Presidente Marotta e a convocare al più presto un’assemblea per l’elezione di nuovi organi sociali».
La stesse richieste sono state inoltrate anche alla Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi. «Chiarire la nostra posizione è urgente – prosegue il comunicato – perché non si può consentire, in nome di un dubbio, di mandare a casa 2000 lavoratori (dei quali alcune centinaia disabili ndr)». Nella sostanza Capodarco non può accettare che «si colpisca ingiustificatamente un’impresa sociale che in oltre 40 anni di attività ha saputo garantire servizi di qualità ai cittadini e alle Istituzioni e offrire concrete possibilità di occupazione a centinaia di lavoratori con disabilità altrimenti esclusi dal mercato del lavoro». La crisi della Capodarco coincide ormai con le difficoltà di tutto un sistema romano di cooperazione sociale nei servizi più vari, che dopo mafia capitale coinvolge migliaia di lavoratori e numerose aziende per lo più commissariate. A svantaggio anche delle prestazioni fornite sino all’anno scorso che rischiano di mettere in crisi una serie di servizi. Soprattutto quando l’interdittiva impedisce non solo di accedere ad altre gare, ma talora blocca anche i pagamenti per le prestazioni già effettuate ponendo queste coop rosse o bianche che siano, a rischio di liquidazione.
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